I mezzi rubati ad un’azienda edile e le richieste di denaro, Parisi a processo: è accusato di estorsione

 
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Immagini di repertorio

Gela. Indagini chiuse e il trentacinquenne Nunzio Parisi va a processo davanti ai giudici del tribunale. Il presunto “cavallo di ritorno”. I magistrati della procura, infatti, hanno chiesto il giudizio immediato, istanza accolta dal giudice delle indagini preliminari. Parisi venne arrestato lo scorso aprile. Per i carabinieri del reparto territoriale e per i magistrati della procura sarebbe stato lui la mente e l’esecutore di un maxi furto di mezzi e materiali da lavoro ai danni di un’azienda edile locale. Inoltre, lo stesso Parisi avrebbe chiesto denaro per la restituzione della refurtiva. Per questa ragione, gli vengono contestate le accuse di estorsione e furto. A denunciare i fatti furono i titolari dell’azienda dopo aver ricevuto la presunta richiesta. Un vero e proprio “cavallo di ritorno”, però, scoperto dagli investigatori. La difesa, già davanti al gip e ai giudici del riesame, ha messo però in luce una serie di presunte incongruenze nella ricostruzione investigativa. Nunzio Parisi sarebbe stato contattato proprio dall’imprenditore, per il tramite di un dipendente. Sarebbe stato il titolare dell’azienda, quindi, a chiedere all’indagato di intervenire nel tentativo di ritrovare i mezzi rubati. Una linea portata avanti dall’avvocato di difesa, il legale Davide Limoncello. Adesso, però, Nunzio Parisi, attualmente agli arresti domiciliari, dovrà rispondere alle accuse davanti ai giudici.

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