I soldi chiesti ad un imprenditore locale, accuse a Marius Harmati: la vittima è parte civile

 
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Gela. E’ stata ammessa la costituzione di parte civile dell’imprenditore, titolare di un’azienda locale di autotrasporto, che sarebbe finito al centro di presunte richieste estorsive.


Le richieste di denaro. A processo, davanti al collegio penale presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Ersilia Guzzetta e Tiziana Landoni, c’è il romeno quarantatreenne Marius Harmati. Insieme al connazionale ventinovenne Marian Iacob, avrebbe chiesto soldi all’imprenditore, minacciandolo anche di morte. Il mese scorso, Iacob è stato condannato a quattro anni e due mesi di reclusione dal gup del tribunale. I due braccianti vennero arrestati dagli agenti di polizia del commissariato nei pressi della villa comunale, dove era stato organizzato un appuntamento con la vittima delle richieste. L’avvocato Giacomo Ventura, così, si è costituito parte civile nell’interesse dell’imprenditore, che dovrebbe essere sentito in aula già alla prossima udienza. Harmati, invece, è difeso dagli avvocati Maurizio Scicolone e Angelo Cafà, e ha sempre negato di aver avuto un ruolo nella presunta estorsione. Il dibattimento è stato aperto. Il pm Andrea Sodani, intanto, ha chiesto una perizia di modo da ottenere le trascrizioni di alcune intercettazioni oltre a quelle di un dialogo che sarebbe stato registrato proprio dall’imprenditore.

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