Il “cavallo di ritorno” ad un imprenditore edile, Parisi si difende: messa in dubbio la versione della vittima

 
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Immagini di repertorio

Gela. Continua a respingere ogni accusa, sollevando dubbi anche intorno alla versione fornita dall’imprenditore che sarebbe stato vittima di furto ed estorsione.

Il ricorso al riesame. Il trentacinquenne Nunzio Parisi si è rivolto ai giudici del riesame di Caltanissetta. Il suo difensore di fiducia, l’avvocato Davide Limoncello, ha chiesto la revoca della misura degli arresti domiciliari, sottolineando diverse incongruenze che sarebbero presenti nell’ordinanza d’arresto. Parisi è accusato di essere dietro al maxi furto di mezzi e materiali da lavoro messo a segno all’interno di un’azienda edile. Sarebbe stato lui, inoltre, a chiedere denaro all’imprenditore colpito, di modo da restituirgli la refurtiva. Un presunto “cavallo di ritorno” scoperto dai carabinieri che lo hanno arrestato. La difesa dell’indagato, però, ha nuovamente fatto emergere come Nunzio Parisi sia stato contattato proprio dall’imprenditore, per il tramite di un dipendente. Sarebbe stato il titolare dell’azienda, quindi, a chiedere all’indagato d’intervenire nel tentativo di ritrovare la refurtiva. Una linea che l’avvocato Limoncello e il suo assistito avevano già fatto emergere davanti al giudice delle indagini preliminari. La stessa auto ripresa dai sistemi di videosorveglianza al momento del colpo non sarebbe mai stata nella disponibilità di Parisi. La difesa, subito dopo l’arresto, ha avviato una serie di attività investigative che avrebbero fatto emergere le incongruenze messe in luce davanti ai giudici del riesame di Caltanissetta. I magistrati, adesso, dovranno decidere se accogliere o meno le richieste avanzate dalla difesa.

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