Il dipendente infedele ed il “padroncino” che vendeva acqua pubblica

 
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Gela. Un dipendente del Comune corrotto per vendere acqua pubblica, violando le norme. Sono scattati due arresti nella notte in città. Il blitz l’hanno messo a segno i finanzieri locali. Manette ai polsi di Gaetano Cassarà, padroncino di autobotti, e Rosario Moscato, impiegato del Comune nel settore lavori pubblici.

Cassarà con le sue autobotti private avrebbe attinto acqua dal punto di prelievo di Montelungo, senza autorizzazione. Le ordinanze sono state firmate dal Gip Lirio Conti. Il periodo preso in esame è limitato, e va da febbraio all’aprile di quest’anno. Sono stati ricostruiti e filmati almeno 25 episodi di presunta corruzione. Moscato e Cassarà si sarebbero scambiati squilli o tramite messaggi whatsapp per prendere appuntamenti. Moscato era dotato di chiavi che consentivano di aprire la colonnina a Montelungo. Ha mantenuto le chiavi anche se spostato di settore. Secondo gli inquirenti, il dipendente comunale avrebbe ricevuto un compenso di 400 euro mensili per la sua “complicità” e disponibilità.

I particolari dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa, che si è tenuta in procura alla presenza del procuratore Fernando Asaro e dei vertici della Guardia di Finanza, il comandante provinciale Andrea Antonioli e il capitano Giuseppe Gradillo. Al momento, i due arrestati sono stati sottoposti ai domiciliari.

Secondo il procuratore Fernando Asaro Il Comune di Gela è particolarmente permeabile alla illegalità.

Il comandante Giuseppe Gradillo ha sottolineato come non ci sia  stata nessuna denuncia anonima ma una attività di indagine della finanza e della procura, coordinata dai sostituti Luigi Lo Valvo e Mario Calabrese.

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