Illuminazione, “non è tutto a posto!”: Lucio Greco invoca l’Anticorruzione

 
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Gela. L’assegnazione dell’appalto per il servizio d’illuminazione pubblica rappresenterebbe uno dei tanti casi di superficialità amministrativa da parte della giunta del sindaco Angelo Fasulo. Perchè privatizzare? Il candidato Lucio Greco, così, ritorna ad attaccare su una vicenda riemersa a seguito dello scandalo tangenti che ha coinvolto i vertici della cooperativa emiliana Cpl Concordia, tra le componenti del raggruppamento temporaneo d’imprese aggiudicatario dell’appalto. “Il sindaco deve rispondere ai rilievi che gli sono stati mossi e non può liquidare una vicenda così delicata con la solita frase, tutto a posto! – dice Greco – utilizzata ogni volta che non sa spiegare i guai combinati. La stessa frase l’ha utilizzata per la vicenda Agroverde, e tutti sappiamo come è andata a finire. La stessa frase l’ha utilizzata per la vicenda Caltaqua, e tutti sappiamo come è andata a finire. La stessa frase l’ha utilizzata per la vicenda Eni e tutti sappiamo come è andata a finire”. Ci sarebbero, secondo lo stesso Greco, troppe anomalie nell’intera vicenda. “Il sindaco invece di rispondere come un disco rotto – continua – dovrebbe spiegare ai poveri cittadini gelesi le ragioni che lo hanno spinto a privatizzare l’illuminazione, non a caso, chiamata pubblica. Il sindaco dovrebbe spigare ai cittadini gelesi se tale scelta era necessaria dopo l’esperienza di Caltaqua. Il sindaco dovrebbe spiegare perché questa decisione fu presa il 31 dicembre 2012 quando cioè l’opinione pubblica è distratta dalle feste natalizie. Il sindaco dovrebbe spiegare se ritiene corretto che a partecipare a questa importante gara da ben 44 milioni di euro sia stata una sola ditta. Il sindaco, visto che c’è, dovrebbe infine comunicare alla città i nomi dietro alla società gelese Coge, seconda mandataria che ha come capo gruppo la Cpl Concordia”.

“Intervenga l’Autorità anticorruzione”. Per questo motivo, si spinge ben oltre, chiedendo l’intervento dell’Autorità nazionale anticorruzione. “Non vogliamo mettere in dubbio la buona fede del sindaco, fino a prova contraria, ma ci chiediamo se non sia il caso, visto che i vertici di questa società sono stati arrestati per una vicenda di mazzette, informare e interessare l’Autorità nazionale anticorruzione al fine di fare chiarezza su questa inquietante faccenda”.

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