Indotto Eni, nuova emergenza: sciopero proclamato dagli operai Elettroclima

 
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Gela. “Non riusciamo più ad andare avanti, alcuni colleghi, addirittura, hanno ricevuto buste paga mensili da quarantacinque euro. I soldi della cassa integrazione arrivano con mesi di ritardo. Come dobbiamo fare a sostenere le nostre famiglie?”.

Ieri mattina, i sessantatré operai della società Elettroclima snc, attiva nell’indotto della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore, hanno organizzato un sit in di protesta davanti gli uffici amministrativi di raffineria. Hanno scelto di presentare un documento contenente loro proposte all’amministratore delegato del gruppo Bernardo Casa.
“I dirigenti della nostra azienda, qualche giorno fa – proseguono – ci hanno informati che l’accordo sulla cassa integrazione, sia in deroga che straordinaria, a causa di una riduzione di commesse lavorative, non potrà essere rispettato. Al momento, solo pochi colleghi riescono ad entrare in cantiere. Non c’è posto per tutti data la scarsità di lavoro e, di conseguenza, non è più possibile far ruotare i periodi di cassa integrazione. Cosa dobbiamo fare? Tra qualche mese scadrà anche il contratto quadro della società”.
I lavoratori, dopo aver assunto la decisione di rivolgersi direttamente ai vertici locali del gruppo Eni, hanno informato i segretari provinciali del settore metalmeccanico di Cgil, Cisl e Uil. Nonostante la richiesta d’incontro, nessuno degli operai presenti ieri mattina davanti gli uffici amministrativi di raffineria è stato ricevuto.
Non è da escludere che, già nelle prossime ore, possano essere i segretari sindacali Orazio Gauci, Angelo Sardella e Nicola Calabrese ad incontrare i responsabili del gruppo Eni. Intanto, dagli uffici della società Elettroclima giunge la conferma di un effettivo periodo di flessione nelle commesse: non a caso, i titolari dell’azienda stanno vagliando l’ipotesi di acquisire lavori anche fuori dalla Sicilia e, di conseguenza, dalla fabbrica Eni. “Ma come dovremmo proseguire – concludono gli operai in protesta – con buste paga da cinquanta euro mensili e contributi della cassa integrazione che arrivano a distanza di sei mesi dalle richieste? Siamo tutti operai specializzati. Ognuno di noi lavora in questa fabbrica da diversi anni, alcuni da venti o trent’anni. Perdendo quest’impiego, chi dovrebbe assumerci?”.
Gli operai Elettroclima potrebbero proseguire la protesta anche nei prossimi giorni. Solo la scorsa settimana, l’indotto della fabbrica Eni si era fermato per tre giorni consecutivi a seguito della protesta organizzata dagli operai di Riva e Mariani.

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