Investimenti Eni, per i sindacati “non ci sono più alibi…su Mossi&Ghisolfi solo parole”

 
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Gela. “Dopo la sentenza del Tar Lazio che ha rigettato il ricorso dei comuni e delle associazioni ambientaliste contro i progetti di esplorazione e trivellazione in mare, l’Eni non ha più alibi”.

“Nessun alibi”. Una linea comune quella dei sindacati del settore chimico che ritornano a chiedere un incontro al ministero dello sviluppo economico. “Adesso – spiega Francesco Emiliani della Femca Cisl – è arrivata l’ora di accelerare. Non c’è più il fardello del ricorso pendente. Se Eni intende investire, deve dimostrarlo concretamente. Bisogna velocizzare l’iter delle autorizzazioni e partire con i primi lavori. Lo si è fatto per l’indotto e, a maggior ragione, bisogna farlo per il settore dell’estrazione”. Intanto, già nei prossimi giorni, dovrebbe tenersi un consiglio delle rsu di fabbrica alla presenza dei segretari regionali delle sigle del settore di Cgil, Cisl e Uil. “Prima dell’estate – dicono i segretari di Filctem e Ugl chimici Gaetano Catania e Andrea Alario – chiederemo sicuramente un nuovo incontro ai vertici locali di Eni. Bisogna fare chiarezza soprattutto all’indomani della decisione del tar romano”.

“Su Mossi&Ghisolfi non abbiamo nessuna notizia tecnica”. Ma le richieste sindacali vanno anche oltre. “Dallo scorso 6 novembre – ammette ancora Francesco Emiliani – non abbiamo più avuto alcuna possibilità d’interloquire sul tavolo del ministero dello sviluppo economico. Il ministero deve convocare le parti sociali. Non ci si può limitare ad interlocuzioni solo politiche”. I punti interrogativi, comunque, non mancano, a partire dai progetti correlati a quelli dell’upstream. “Sul fronte degli investimenti del gruppo Mossi&Ghisolfi – concludono i tre sindacalisti – abbiamo veramente ben poche notizie concrete. Dal momento dell’annuncio del progetto per la realizzazione di due impianti di bioetanolo di seconda generazione, non abbiamo avuto modo di vedere neanche una scheda tecnica. Tutto questo, sicuramente, non va per nulla in direzione delle buone relazioni sindacali e solleva dubbi sulla fattibilità del programma”.

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