Investimento per riconversione coke si ferma: cantiere chiuso e operai licenziati

 
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Gela. Doveva essere un investimento da alcuni milioni di euro in grado di assicurare una decina di posti di lavoro oltre ai quaranta dell’eventuale indotto. Invece, almeno per il momento, si è anticipatamente conclusa l’avventura del gruppo Mapei in città.

I dirigenti della società veneta Intec srl, titolari insieme al gruppo aziendale dell’attuale presidente di Confindustria Giorgio Squinzi del brevetto Hpss per la conversione del polverino da coke in materiale inerte da riutilizzare, hanno scelto di chiudere i battenti. Erano stati i responsabili locali di Eni ad assegnare agli imprenditori una delle aree dismesse interne alla fabbrica di contrada Piana del Signore. I primi contatti vennero avviati nel maggio di due anni fa.
Dopo pochi mesi dall’inizio delle attività, però, tutto si è fermato. “Ci hanno comunicato – spiega il segretario provinciale della Fiom Cgil Orazio Gauci – che a causa di problemi tecnici non avrebbero più proseguito i lavori. Erano già stati assunti due operai che, per questa ragione, sono stati licenziati. Il gruppo si sarebbe dovuto occupare del recupero del polverino da coke, convertendolo in materiale inerte. La società collabora a stretto regime con il gruppo Mapei. Il fermo delle attività risale allo scorso aprile. Un vero peccato soprattutto perché quest’investimento avrebbe potuto consentire di ricollocare alcuni lavoratori dell’indotto rimasti fuori dal ciclo produttivo”.
Inconvenienti tecnici e costi divenuti troppo elevati rispetto alle previsioni sarebbero alla base del dietrofront. Non è ancora chiaro se un nuovo gruppo possa riprendere la stessa attività già avviata. L’interessamento della Mapei alla realizzazione nel sito industriale di contrada Piana del Signore di un proprio impianto produttivo venne appoggiato anche dai vertici locali dell’ex Area di sviluppo.

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