L’ex moglie denunciò, “aceto negli occhi e continue violenze”: parte l’appello per l’operaio accusato

 
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Gela. Si torna in aula dopo la pausa estiva, questa volta però davanti ai giudici della Corte di appello di Caltanissetta. L’ex moglie scelse alla fine di denunciare. Un operaio ha scelto di impugnare il verdetto di condanna a due anni e otto mesi di reclusione, impostogli dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale. E’ accusato di violenze sull’ex moglie. Fatti che si sarebbero succeduti nel corso di almeno tre anni e anche davanti ai figli della coppia. La donna avrebbe dovuto spesso subire, tanto da ricevere aceto negli occhi e, addirittura, immagini sacre, a lei care, imbrattate dall’allora marito. Il gup, oltre a condannare l’uomo, ha stabilito un risarcimento da sessantamila euro in favore proprio della donna e dei figli, oltre alla sospensione della potestà genitoriale per un periodo di cinque anni e quattro mesi. La donna, insieme ai figli, si era già costituita parte civile nel procedimento di primo grado e lo farà, per il tramite dell’avvocato Giacomo Di Fede, anche in quello di secondo grado che si appresta a partire. L’ex moglie denunciò dopo circa tre anni, fatti di ripetute violenze e un tentativo, fallito, di ricostituire il rapporto oramai fin troppo teso. L’uomo ha sempre rigettato le accuse. Stando alla sua versione, ci sarebbero stati solo violenti confronti verbali a causa di continue incomprensioni familiari.

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