L’Ici sulle piattaforme dell’Eni, giunta e multinazionale ancora distanti: “Nessuna trattativa”

 
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Gela. “Con Eni non c’è stata alcuna interlocuzione”. Rimangono su posizioni decisamente in antitesi, quindi, sia la giunta che la multinazionale. Sei cartelle esattoriali non pagate. Troppo distanti le parti in relazione alle richieste di pagamento Ici notificate da Palazzo di Città al gruppo Eni. Il nodo del contendere sono le piattaforme estrattive che per i tecnici del Comune, e per l’assessore Fabrizio Morello, vanno considerate come veri e propri immobili da sottoporre al pagamento Ici. Fino ad ora, i mancati versamenti della multinazionale toccano i tre milioni e mezzo di euro. Soldi che l’amministrazione sta cercando di recuperare anche in sede giudiziaria. Davanti alla Corte di Cassazione pende un ricorso scaturito da un doppio verdetto favorevole alla multinazionale pronunciato sia dalla commissione tributaria provinciale sia da quella regionale. Il no al pagamento Ici sulle piattaforme, però, ha fatto scattare la controffensiva dell’amministrazione che, dopo aver assegnato l’incarico all’avvocato Ferdinando D’Amario, si è rivolta direttamente ai giudici romani di cassazione. La data di trattazione del ricorso non è stata ancora fissata. “Non credo ci saranno transazioni con Eni sul fronte del pagamento Ici – spiega l’assessore Fabrizio Morello – negli scorsi mesi, abbiamo chiesto al gruppo di fornirci diversi dati di produzione e fatturato. Fino ad ora, però, non abbiamo ricevuto alcuna risposta”. La giunta, oramai, ha come punto di riferimento il caso del comune abruzzese di Pineto che, entrato in contrasto con la multinazionale proprio sul tema delle piattaforme estrattive da sottoporre ad Ici, è riuscito ad ottenere un primo verdetto favorevole dalla Corte di cassazione. A mancare all’appello, stando ai conti del Comune, sono ben sei cartelle esattoriali non ancora pagate dai manager del cane a sei zampe.

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