“L’incendio non creerà danni all’occupazione”: Eni rassicura i sindacati

 
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Gela.
Nessun rischio occupazionale, escluso anche il fermo della produzione: i vertici di raffineria, in questo modo, hanno risposto ai quesiti formulati dai rappresentanti sindacali del settore chimico. Durante la riunione convocata per oggi, infatti, sono state esaminate tutte le conseguenze più immediate dell’incendio che ha colpito, sabato, l’area dell’impianto coking 1.

Le fiamme sarebbero state generate da una perdita di greggio: il nucleo principale del guasto è stato individuato in un pacchetto di valvole che alimenta diversi impianti. Il sequestro disposto dai magistrati della procura, però, non ha consentito, almeno per il momento, d’intervenire sul rec ed individuare l’epicentro da dove tutto sarebbe partito. Alla presenza dell’amministratore delegato di raffineria Bernardo Casa e dei funzionari Carlo Guarrata e Angelo Crescenzi, i segretari di Filctem Gaetano Catania, Femca Francesco Emiliani, Uiltec Silvio Ruggeri e Ugl Andrea Alario, hanno chiesto certezze rispetto alle prossime settimane.
“Ci è stato comunicato – dice il segretario della Uiltec Silvio Ruggeri – l’avvio di un’inchiesta giudiziaria sull’accaduto. Allo stato attuale, gli unici dubbi riguardano lo stoccaggio del greggio Gela che continua ad essere estratto ma potrebbe essere collocato in siti diversi da quello locale. Sicuramente, si è trattato di un evento imprevedibile legato proprio all’estrema delicatezza dell’intero processo produttivo”. Adesso, si attende l’eventuale dissequestro dell’area per poter avviare i primi interventi. “A conclusione delle verifiche effettuate dagli inquirenti – spiega l’amministratore delegato di raffineria Bernardo Casa – gli impianti interessati verranno riavviati. In ogni caso, la raffineria continua a marciare”.
Il mancato trasferimento delle due camere a coke che dovrebbero permettere di riattivare l’impianto coking 2, dovuto soprattutto all’incertezza sul rilascio di alcune autorizzazioni ministeriali, non permette, almeno per il momento, di pensare alla messa in marcia di questo sistema gemello. Un’opzione che avrebbe potuto surrogare il blocco del coking 1 finito al centro degli approfondimenti giudiziari.

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