L’inchiesta antimafia “Inferis”, confermata la condanna al nipote del boss: verrà chiesta la revisione

 
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Gela. I giudici della Corte di Cassazione hanno confermato la condanna a cinque anni imposta al quarantatreenne Sebastiano Massimo Alfieri. L’inchiesta antimafia “Inferis”. Era accusato di estorsione ai danni di un imprenditore edile locale e di far parte del gruppo capeggiato dalla zio Peppe Alferi. Non è stato accolto, così, il ricorso presentato dal suo legale di fiducia, l’avvocato Maurizio Scicolone, che davanti ai giudici romani di cassazione ha contestato quanto deciso sia in primo che in secondo grado. Il quarantatreenne venne coinvolto nell’inchiesta antimafia “Inferis” e ha già scontato buona parte della pena irrogatagli. La difesa ha messo in dubbio diversi elementi sostenuti dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta. A questo punto, proprio il difensore si prepara a chiedere la revisione del giudicato.

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