L’indagine antimafia “Malleus”, gli atti non tornano ai pm: spunta una nuova intercettazione

 
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Gela. I giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, negli scorsi giorni, hanno

dato ragione ai difensori che sostenevano la necessità di ricusare il giudice dell’udienza preliminare, già autore di decisioni sull’esistenza del gruppo mafioso dei Rinzivillo.

La ricusazione del gup. Il collegio penale del tribunale, però, ha respinto l’eccezione sollevata dai legali in aula, a cominciare dagli avvocati Flavio Sinatra e Cristina Alfieri. Gli atti non torneranno ai pubblici ministeri né verrà dichiarata la nullità del decreto che ha disposto il giudizio. Così, si avvia verso le battute finali il dibattimento scaturito dall’inchiesta antimafia “Malleus”, coordinata dai pm della Dda di Caltanissetta. A processo, ci sono Massimo e Giacomo Gerbino, Salvatore Di Nicola, Vincenzo Florio, Valerio Longo, Giuseppe Lumia, Salvatore e Roberto Cosentino, Baldassarre Nicosia, Domenico Trespoli, Giuseppe Mangiameli, Davide Pardo, Giuseppe Schembri e Gaetano Smecca. In aula, proprio il magistrato della Dda nissena Maria Carolina De Pasquale, ha prodotto una serie di sentenze. Tra gli elementi d’accusa che verranno valutati dal collegio penale del tribunale presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Marica Marino e Silvia Passanisi, c’è anche un’intercettazione ambientale, effettuata nel corso delle indagini. Almeno due donne, stando ai pm, descriverebbero un presunto sistema di sostegno ai detenuti e alle loro famiglie, che per i magistrati si sarebbe basato soprattutto sui soldi che arrivavano dallo spaccio di droga. Così, il collegio ha autorizzato la nomina di un perito che trascriverà il contenuto dell’intercettazione. In aula, si tornerà nei prossimi giorni. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Carmelo Tuccio, Flavio Sinatra, Salvo Macrì, Giovanni Lomonaco, Cristina Alfieri, Giuseppe Russo, Mariella Giordano e Maria Teresa Cultrera.

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