L’indagine sul capannone diventato commerciale, il caso a processo: accuse ad un ex dirigente comunale e ad un manager Politecnica

 
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Gela. Il dibattimento verrà aperto ad ottobre. Il collegio penale del tribunale, infatti, ha disposto la rinnovazione di una notifica ad uno degli imputati.


Le presunte irregolarità amministrative. In aula, dopo il rinvio a giudizio di gennaio, è arrivato il caso del capannone realizzato negli scorsi anni lungo la statale 117 bis Gela-Catania, a ridosso dell’ingresso della città. Una struttura che, attualmente, ospita una vasta attività commerciale gestita da cittadini cinesi. Per i magistrati della procura, ci sarebbero state irregolarità nelle procedure amministrative legate soprattutto al cambio di destinazione d’uso. Un passaggio burocratico che avrebbe consentito di poter utilizzare l’immobile proprio a fini commerciali. Così, le accuse vengono mosse all’ex direttore generale del Comune Renato Mauro, a Giovanni Romiti, uno dei vertici della società Politecnica, che segue per conto dell’ente comunale le pratiche di condono edilizio, al tecnico Ignazio Russo e al proprietario dell’area Piero Bruscia. I difensori degli imputati, gli avvocati Giacomo Ventura, Fabrizio Ferrara, Antonio Gagliano e Giovanni Bruscia, già in fase di indagine, hanno sempre escluso l’esistenza di procedure amministrative forzate per avvantaggiare il cambio di destinazione d’uso. L’immobile, come ribadito dai legali, realizzato con fondi ministeriali, è stato al centro di verifiche, effettuate dagli ispettori inviati da Roma. Tutti gli accertamenti avrebbero dato esito positivo, escludendo qualsiasi violazione delle norme legate anche alla concessione dei contributi ministeriali. I primi testimoni della polizia giudiziaria che effettuarono le indagini verranno sentiti proprio ad ottobre.

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