Le accuse della Corte dei conti, ancora assolti Di Stefano e La Boria

 
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Gela. Dopo il verdetto favorevole di primo grado, arriva l’assoluzione anche in appello.

Il verdetto d’appello. Non hanno alcuna responsabilità contabile l’ex consigliere comunale Terenziano Di Stefano e l’allora assessore della giunta Fasulo Marina La Boria. I magistrati della procura presso la Corte dei conti gli contestavano di aver approvato in ritardo diversi debiti fuori bilancio e di aver detto sì ai rendiconti 2011 e 2012, ritenuti amministrativamente non in linea con la normativa in materia. Proprio i magistrati della procura generale presso la sezione giurisdizionale d’appello hanno scelto di impugnare l’assoluzione dello scorso settembre. Il verdetto di secondo grado, però, è stato conforme a quello già pronunciato: ovvero, assoluzione per Di Stefano e La Boria. Entrambi avevano deciso di non pagare la sanzione in denaro chiesta dalla procura palermitana dopo i trentacinque inviti a dedurre che, due anni fa, vennero notificati a tutti i componenti dell’ex giunta, ai dirigenti e ai consiglieri comunali. Fin dal primo momento, hanno escluso di aver avuto responsabilità nell’intera procedura contestata dai magistrati contabili. Pagare la sanzione, avrebbe significato ammettere colpe sempre negate sia dall’ex assessore all’istruzione che dal consigliere comunale. In sostanza, La Boria e Di Stefano avrebbero detto sì ai rendiconto finiti sott’osservazione solo in base ai pareri favorevoli espressi non solo dai dirigenti del settore ma anche dai sindaci revisori. Una linea confermata dai loro legali anche durante il giudizio di secondo grado.

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