Le armi scoperte in contrada Burgio, il giudizio contro Di Noto riunito a quello del blitz “Villaggio Aldisio”

 
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Gela. Il procedimento va riunito a quello scaturito dal blitz “Villaggio Aldisio”, giunto comunque in appello davanti ai giudici di Caltanissetta. Le armi scoperte in contrada Burgio. E’ questo il verdetto che arriva dal giudizio di secondo grado che si sta celebrando nei confronti di Nunzio Di Noto. In primo grado, a conclusione del rito abbreviato, arrivò la condanna a tre anni di reclusione. E’ accusato di aver avuto la disponibilità di armi, nascoste in un podere di campagna nella zona di contrada Burgio. Fatti successivamente finiti anche nell’inchiesta “Villaggio Aldisio”. Proprio il collegamento tra le vicende, così come sottolineato dal legale di difesa, l’avvocato Francesco Enia, ha convinto i giudici della Corte di appello di Caltanissetta a procedere alla riunione dei due procedimenti. Rispetto alla disponibilità delle armi, la procura generale ha già richiesto la conferma della condanna di primo grado a tre anni di reclusione. Adesso, però, si passerà a riunire i procedimenti, nei quali è coinvolto lo stesso Di Noto. Proprio la difesa, in appello, ha già ottenuto l’acquisizione dell’esito degli accertamenti tecnici effettuati sulle armi, ritrovate e sequestrate dagli agenti di polizia. In questo modo, stando al difensore, sarà possibile verificarne l’efficienza ma anche l’eventuale riconducibilità all’imputato. A conclusione del giudizio abbreviato di primo grado, scattato a fronte del blitz “Villaggio Aldisio”, caddero le accuse nei confronti di Di Noto rispetto al possesso delle armi. Venne condannato, però, per altre contestazioni mosse dai magistrati della procura.

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