Mafia, armi e droga, in appello ridotta la condanna a Davide Pardo: otto anni e mezzo dopo il blitz “Fabula”

 
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Gela. Ridotta la condanna dai giudici della Corte di appello di Caltanissetta. Dai sedici anni imposti in primo grado dal gup nisseno, si passa ad otto anni e mezzo di reclusione. Il blitz “Fabula”. Il verdetto è stato emesso nei confronti del trentacinquenne Davide Pardo. I magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta lo accusavano di essere al vertice del nuovo clan Rinzivillo e di aver avuto un ruolo nel traffico di droga. A Pardo, inoltre, veniva contestata la disponibilità di armi. Dopo il pesante verdetto di primo grado, è stato il suo difensore di fiducia, l’avvocato Cristina Alfieri, ad impugnare la decisione. La procura generale ha chiesto la conferma della condanna di primo grado. Una linea, però, contestata proprio dal difensore. Per il legale, Pardo non avrebbe avuto un ruolo nella riorganizzazione del clan, emersa a conclusione del blitz “Fabula”. Inoltre, è stato messo in dubbio il collegamento tra l’imputato e il traffico di droga. I magistrati della Corte di appello nissena, alla fine, hanno proprio escluso l’aggravante legata allo spaccio di droga, decidendo la riduzione. In base alla ricostruzione dei magistrati della Dda nissena, invece, Pardo si sarebbe contrapposto alle possibili ambizioni dello zio, l’ex collaboratore di giustizia Roberto Di Stefano, già condannato per gli stessi fatti, che a sua volta avrebbe voluto conquistare la leadership del clan mafioso. 

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