Minacce al titolare di un centro d’ottica di via Crispi, gli spari alla vetrina per riavere i soldi: c’è una condanna

 
0

Gela. Un credito non rispettato da circa sedicimila euro. Ci sarebbe stato proprio il tentativo di recuperare i soldi dietro alle minacce recapitate al titolare di un centro d’ottica della città. Gli spari alla vetrina. Il collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Marica Marino e Silvia Passanisi, ha condannato il rappresentante Michele Pennisi. Tre anni di reclusione, con l’accusa di estorsione. Nell’ottobre di sei anni fa, diversi colpi di pistola vennero esplosi in direzione della vetrina dell’attività commerciale di via Crispi e l’esercente, costituito parte civile con l’avvocato Carmelo Terranova, iniziò a segnalare quanto stava accadendo. Per il collegio, però, non sarebbero emerse prove certe del collegamento tra Pennisi e quegli spari. Non a caso, accogliendo la richiesta del pm della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta Luigi Leghissa, i giudici hanno assolto il rappresentante catanese dalle accuse legate proprio all’intimidazione subita dal commerciante. Sono rimaste in piedi, invece, tutte le contestazioni scaturite dalle continue richieste fatte recapitare all’esercente. Pennisi avrebbe cercato di accelerare i pagamenti, che sarebbero dovuti finire ad un grossista campano, attraverso tre giovani catanesi che avrebbero apertamente minacciato il titolare del centro d’ottica. Il pm Luigi Leghissa ha chiesto la condanna a tre anni e mezzo di reclusione. Richieste ribadite dal legale di parte civile. I difensori dell’imputato, invece, hanno messo in discussione l’intera ricostruzione condotta dai magistrati della Dda nissena. Pennisi, infatti, si sarebbe solo limitato a chiedere i pagamenti per conto del grossista campano, suo collega di lavoro. Non ci sarebbero state minacce. Una linea, però, non accolta dal collegio penale.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here