Molestie sessuali in chat e vere e proprie estorsioni, in aumento le denunce alla polizia postale

 
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Gela. Sono quasi 200 le denunce presentate alla polizia postale in città dal popolo di internet delle complessive 520 registrate lo scorso anni in tutto il territorio nisseno. Tanti furti d’identità. I reati più frequenti che hanno coinvolto i navigatori on-line gelesi sono quelli di furto d’identità digitale, diffamazione e minacce. Non manca il coinvolgimento dei minori e la diffusione del materiale pornografico. L’argomento è stato trattato anche in piazza Umberto dove ha fatto tappa il camion del progetto “Una Vita Da Social” alla presenza del Questore Bruno Megale, del Procuratore Lucia Lotti, del commissario Francesco Marino e di Angelo Russo, l’attore che interpreterà l’Assistente di Polizia “Catarella” della fortunata serie televisiva “Montalbano”. L’aula itinerante della campagna educativa sui temi dei social network, del cyberbullismo, dell’adescamento online e sull’importanza della sicurezza della privacy, ha coinvolto 150 ragazzi che frequentano quattro diverse scuole locali, di primo e secondo grado, oltre a famiglie e anziani vittime di fenomeni di truffa on line. In rappresentanza del commissariato locale di polizia in piazza era presente anche la dirigente Laura Romano.   

“Molestie sessuali in chat”. “Anche in città abbiamo ospitato una delle 57 tappe del tour itinerante su tutto il territorio nazionale – spiega Marino –  sappiamo che si registrano diversi fenomeni in rete che vanno dalla truffa alla molestia sessuale via chat e tramite telefonino. Abbiamo avuto casi di minacce tramite whatsapp, segnalati da donne che hanno ricevuto la foto di un coltello dall’ex fidanzato. Ci sono anche reati più allarmanti come casi di estorsione tecnologica con minacce dietro foto  particolari e vere e proprie violazioni di reati industriali. A Gela non esiste un ufficio di polizia postale, le direttive sono di accentrarli nei capoluoghi di provincia. Il 90 percento dei casi viene trattato comunque nel territorio di competenza dove prima della repressione si lavora sulla prevenzione”.

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