“Mondo opposto”, domani gli interrogatori: Cosa nostra puntava a colpire chi denunciava

 
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Gela. Sono previsti tutti per domani, in diversi penitenziari dell’isola e anche fuori Regione, gli interrogatori dei coinvolti nell’inchiesta “Mondo opposto”. La quasi totalità delle misure (venticinque) sono state eseguite con la detenzione in carcere. Sono coinvolti i presunti capi della famiglia di Cosa nostra, Alberto Musto e Sergio Musto, e ancora Andrea Abaco, Francesco Amato, Giuseppe Auteri, Francesco Cantaro, Francesco Cona, Davide Cusa, Renè Salvatore Di Stefano, Alessandro Fausciana, Gaetano Fausciana, Salvatore Fausciana, Gianni Ferranti, Giovanni Ferranti, Giuseppe Manduca, Francesco Piazza, Antonino Pittalà, Salvatore Signorino Pittalà, Paolo Rizzo, Francesco Alessio Torre e Carlo Zanti. Sono coinvolti inoltre i gelesi Carmelo Raniolo (raggiunto dal provvedimento mentre si trovava fuori dalla Sicilia per ragioni di lavoro), Vincenzo Cannizzaro, Luigi Cannizzaro ed Emanuele Burgio.

Nel blitz è finito il poliziotto in pensione Salvatore Giugno, attualmente ai domiciliari e accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. E’ stato invece sospeso dal servizio per un anno il carabiniere Giuseppe Carbone, accusato di favoreggiamento aggravato. Tra le accuse contestate ai coinvolti l’associazione mafiosa, l’estorsione, il favoreggiamento, la violenza privata, la minaccia a pubblico ufficiale, l’illecita concorrenza con minaccia e violenza, l’incendio, il porto e la detenzione di armi e munizioni, la ricettazione e la violazione delle misure della sorveglianza speciale. Nel lungo elenco di episodi ricostruiti nell’ambito dell’inchiesta, l’intimidazione ad un agente di polizia davanti alla cui abitazione fu fatta ritrovare la testa di un maiale. Pare inoltre che ci fosse un piano per uccidere un imprenditore niscemese, del gruppo Lionti, con attività anche a Gela, che denunciò le pressioni estorsive.

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