Morì sulla Gela-Catania dopo un terribile incidente stradale, l’Asp non deve risarcire i familiari dell’ex primario del Vittorio Emanuele

 
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Gela. L’Asp non deve risarcire i familiari dell’ex primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale Vittorio Emanuele.


La morte del medico. Dopo il verdetto di primo grado, emesso dai giudici civili del tribunale, arriva anche quello della Corte di appello di Caltanissetta. I familiari del medico Salvatore Tandurella, morto dopo un terribile incidente stradale lungo la Gela-Catania, si sono rivolti ai giudici per ottenere un maxi risarcimento, ritenendo che lo stesso medico sia deceduto durante il servizio. In base a quanto ricostruito, l’allora primario si stava recando proprio a Catania a moderare un convegno scientifico. Per l’Asp e per il legale che l’ha rappresentata in giudizio, l’avvocato Michele Castellano, quell’attività non rientrava nel percorso di formazione obbligatoria imposto a tutti i medici. Il convegno previsto nel capoluogo etneo sarebbe stata solo un’ulteriore attività scelta dal professionista. Una ricostruzione contestata dai legali dei familiari di Tandurella, gli avvocati Emanuele Maganuco, Gualtiero Cataldo e Tullio Fontana. Stando alla documentazione prodotta, infatti, l’allora primario aveva scelto di recarsi a Catania proprio per adempiere alle attività di formazione, tanto da aver ottenuto anche un regolare permesso dai vertici Asp. In totale, è stato chiesto un risarcimento da circa sette milioni di euro. Nelle motivazioni, però, i giudici della Corte di appello di Caltanissetta hanno accolto la linea portata avanti dall’Asp, rigettando le richieste dei familiari della vittima. Nello schianto mortale perse la vita anche un trentanovenne che viaggiava a bordo di un’altra vettura.

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