Morte Vizzini, parte giudizio di appello: impuegnate le sei condanne

 
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L'operaio Antonio Vizzini

Gela. Le richieste della procura generale e dei legali di parte civile sono previste per il prossimo ottobre. Questa mattina, è arrivato in appello il procedimento penale scaturito dalla morte dell’operaio cinquantaquattrenne Antonio Vizzini. Lo scorso anno, in primo grado, il giudice del tribunale di Gela pronunciò sei condanne. Furono assolti solo l’imprenditore Domenico Lorefice, vertice dell’azienda “Lorefice&Ponzio” alle cui dipendenze lavorava Vizzini, e l’ingegnere Donato Fidone, che ricopriva le funzioni di responsabile sicurezza. L’operaio morì dopo un grave indicente verificatori all’isola 4 dello stabilimento della multinazionale. Per lui furono fatali le conseguenze di una manovra effettuata con una gru, attivata da un collega: venne travolto. I difensori degli imputati condannati hanno impugnato le decisioni di primo grado e chiederanno che quelle pronunce vengano riviste, con un’eventuale assoluzione. Escludono un collegamento diretto tra il decesso e le condotte addebitate ai coinvolti. In primo grado, furono emesse pene ad un anno e dieci mesi di reclusione per l’operaio Giuseppe Antonuzzo (che manovrava la gru) e per Antonio Bennici; un anno e sei mesi invece per Leandro Lorefice, Angelo Vergati, Giovanni Nunnari e Stefano Lo Coco. Venne riconosciuto il diritto al risarcimento per i familiari dell’operaio morto (parti civili nel procedimento), in capo agli imputati e alla società Sgs Sertec (responsabile civile rappresentata dall’avvocato Ornella Crapanzano). Fu anche indicato il versamento di una provvisionale come condizione per la sospensione della pena.

I familiari di Vizzini nel procedimento sono rappresentati dai legali Riccardo Lana, Dionisio Nastasi, Giuseppe Ferrara e Giuseppe Catanese. Hanno sempre insistito per la sussistenza di violazioni della normativa in materia di sicurezza nel cantiere dove si verificò l’incidente. I difensori, invece, più volte hanno indicato il pieno rispetto dei piani di prevenzione e la regolarità dei dispositivi forniti. Gli imputati sono difesi dai legali Flavio Sinatra, Vittorio Giardino ed Enrico Valentini.

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