Morti d’amianto, la procura indaga 38 funzionari dell’Eni

 
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Gela. Avviso di conclusione indagini notificato a trentotto, tra attuali funzionari ed ex dirigenti Eni, che nel corso degli ultimi vent’anni hanno avuto ruoli essenziali nell’organizzazione interna della fabbrica di contrada Piana del Signore.

I magistrati Serafina Cannatà ed Elisa Calanducci, coordinate dal procuratore Lucia Lotti, contestano agli indagati di non aver assunto tutte le necessarie precauzioni per impedire che tanti lavoratori della fabbrica contraessero patologie da amianto.
In due casi è stata accertata la morte di altrettanti operai. L’indagine si è resa assai complessa a causa del lungo periodo temporale finito al centro degli accertamenti: inoltre, sono diverse le società, tutte sotto l’influenza del gruppo Eni, ad essere state oggetto di verifiche.
L’inchiesta è stata favorita dall’attività svolta dagli operatori locali della capitaneria di porto e da quelli del corpo forestale. I magistrati hanno analizzato centinaia di denunce depositate da attuali o ex lavoratori della fabbrica Eni, adesso gestita dalla società Raffineria di Gela spa. Intanto, ancora altre denunce continuano ad essere depositate sui tavoli dei magistrati della procura.
Proprio per la mole di materiale, sempre più estesa, si è reso necessario l’utilizzo di particolari procedure di coordinamento del lavoro svolto in procura.

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