“Il bacino degli operai dell’indotto Eni non esiste”: Polemiche in fabbrica

 
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Gela. “Questo bacino di selezione per rientrare in fabbrica non ci convince per nulla”. A sostenerlo, sono gli ex operai di Comeco e Procontrol, insieme ad altri loro colleghi, fuori dallo stabilimento di contrada Piana del Signore oramai da quasi un anno.

In sostanza, il meccanismo di rientro in fabbrica li avrebbe esclusi, dando invece precedenza ad altri operai, assunti spesso attraverso agenzie di lavoro interinale.
La protesta arriva all’indomani di tre nuovi ingressi, tutti a tempo determinato, decisi dai dirigenti delle società che hanno preso il posto dell’ex Comeco messa in liquidazione. Del caso sono stati informati anche i segretari provinciali dei metalmeccanici.
Le aziende interessate alle nuove assunzioni, comunque, escludono qualsiasi irregolarità. Intanto, il bacino di disponibilità dei lavoratori dell’indotto Eni, organizzato in base al protocollo firmato nel luglio di un anno fa, non sembra riuscire a soddisfare le richieste di chi si sente emarginato dal contesto lavorativo della fabbrica.
In realtà, neanche i corsi di riqualificazione, inseriti nello stesso protocollo, sono mai partiti. Lo stesso discorso vale, inoltre, per l’assorbimento degli operai in esubero nei cantieri avviati dagli enti locali.

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