No ai tagli in Sudelettra, c’è lo stato d’agitazione: tensione tra gli operai Eurocoop e la Smim scrive ai sindacati

 
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Gela. Un secco no al licenziamento di ventisette operai della società elettrostrumentale Sudelettra.

Stato di agitazione per gli operai Sudelettra.  La presa di posizione delle segreterie provinciali di Fiom, Fim e Uilm è arrivata al termine di un incontro tenutosi nelle scorse ore. Al tavolo, i responsabili del gruppo, da anni impegnato nell’indotto Eni, e i segretari Orazio Gauci, Angelo Sardella e Nicola Calabrese. Per i manager Sudelettra sarebbe prioritario tagliare i costi del personale davanti alla riduzione di commesse. Il gruppo, però, si sarebbe impegnato a dare precedenza agli stessi operai licenziati nel caso di eventuali assunzioni in vista dei prossimi mesi. Una posizione del tutto respinta dalle sigle sindacali e dagli stessi operai che hanno sempre contestato il fatto che Sudelttra abbia optato direttamente per i licenziamenti senza attivare eventuali ammortizzatori sociali alternativi. Così, già da martedì, scatta lo stato di agitazione dei lavoratori dell’azienda. Scelta ribadita al termine di un’assemblea tenutasi nella prima serata di ieri.

I lavoratori Eurocoop davanti alla prefettura e all’Inps. Acque agitate anche per gli operai della Eurocoop, azienda da alcuni anni impegnata nell’indotto Eni e travolta dalla crisi. Ieri mattina, una delegazione di lavoratori si è recata davanti all’ingresso della prefettura di Caltanissetta e a quello degli uffici nisseni dell’Inps. I lavoratori hanno chiesto di avere notizie sull’iter della procedura di cassa integrazione e su quello di pagamenti che tardano costantemente ad essere sbloccati. Una mossa, quella degli operai, condivisa anche dalle rappresentanze sindacali.

I manager Smim scrivono al sindacato e alle istituzioni. Nel marasma dell’indotto Eni, sono anche i manager Smim a farsi sentire con una nota ufficiale inviata al prefetto di Caltanissetta Maria Teresa Cucinotta, all’assessore regionale al lavoro Gianluca Miccichè e alle organizzazioni sindacali. Ribadiscono che la scelta di licenziare 112 dipendenti si lega al fatto di non avere altre soluzioni dopo il fallimento della trattativa sulla mobilità. I dirigenti del gruppo chiamano in causa istituzioni e sindacato, con l’obiettivo di “porre rimedio a questa assurda e inspiegabile situazione che danneggia seriamente l’azienda e i suoi dipendenti e si giunga ad una soluzione concordata nell’interesse di tutti”.  

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