Omicidio Sequino, poliziotto in aula: elementi anche dall’indagine “Extra fines”

 
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Sequino fu ucciso in centro storico

Gela. Sarà un collegio di periti ad occuparsi di trascrivere il contenuto di diverse intercettazioni legate all’indagine per l’omicidio del tassista Domenico Sequino. I giudici della Corte d’assise di Caltanissetta l’hanno autorizzato. Questa mattina, in aula, è stato sentito un poliziotto della squadra mobile di Caltanissetta. Anche gli agenti che si occupano della criminalità organizzata gelese avevano acquisito elementi su quell’omicidio, nel corso di un’altra inchiesta, quella ribattezzata “Extra fines”, sul gruppo dei Rinzivillo e sul boss sessantenne Salvatore Rinzivillo. A rispondere dell’omicidio Sequino, sono Nicola Liardo, il figlio Giuseppe Liardo e Salvatore Raniolo, difesi dagli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Davide Limoncello e Antonio Gagliano. Il poliziotto ha riferito diversi aspetti dei riscontri, maturati mentre sull’omicidio avvenuto nel cuore di corso Vittorio Emanuele si muovevano anche i carabinieri, che poi arrivarono a far scattare gli arresti. Da quanto emerso, Sequino sarebbe stato ucciso, probabilmente per rancori di natura economica. Sarebbero stati Nicola Liardo e il figlio Giuseppe a dare l’ordine, direttamente dal carcere. Uno degli esecutori materiali, invece, sarebbe stato Raniolo. Avrebbe agito insieme ad un complice, ad oggi mai identificato. Sequino venne colpito alle spalle. Le intercettazioni, effettuate anche in carcere, per gli investigatori sarebbero state decisive. Pare che alcune piste investigative iniziarono a maturare anche corso dell’inchiesta “Extra fines, che comunque non coinvolse né i Liardo né Raniolo. Gli imputati hanno sempre escluso di essere dietro all’omicidio.

Non avrebbero avuto motivi per ordinare ed eseguire l’agguato. Gli investigatori e i pm della Dda di Caltanissetta sono invece certi che furono i Liardo e Raniolo a pianificare tutto. La famiglia Sequino, da subito chiese di arrivare alla verità. E’ parte civile nel giudizio, assistita dal legale Salvo Macrì. In aula, si tornerà a febbraio.

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