“Quei beni sono di Liardo…”, il sequestro impugnato dalla difesa: è stato presentato un ricorso

 
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Gela. Il sequestro dei beni disposto dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta ai danni del quarantaduenne Nicola Liardo verrà valutato

dai giudici del tribunale delle misure di prevenzione di Caltanissetta.

Il sequestro dei beni. La difesa del presunto esponente del clan Emmanuello, finito in passato anche al centro dell’inchiesta antimafia “Tetragona”, ha scelto infatti di impugnare il provvedimento di sequestro, eseguito negli scorsi giorni dai carabinieri del reparto territoriale e dai finanzieri del nucleo polizia tributaria. Alla fine, gli investigatori hanno sequestrato due immobili, quattro terreni, altrettanti veicoli e una tavola calda in via Venezia, riconducibile, stando agli inquirenti, proprio a Liardo. Dalle indagini, sarebbe emersa un’evidente sproporzione tra i redditi personali e l’ammontare dei beni riconducibili a Liardo e alla sua famiglia. Il giudizio si aprirà a gennaio. In quell’occasione, la difesa cercherà di dimostrare l’assenza dei requisiti necessari a giustificare il sequestro deciso dai magistrati della Dda nissena.

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