Quindicesimo giorno di protesta, indotto e diretto Eni sulla 115 e sulla 626: pronti a nuove azioni

 
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Gela. Quindicesimo giorno di protesta consecutivo dei lavoratori dell’indotto Eni e di quelli del diretto davanti al rischio che il protocollo d’intesa di due anni fa si riveli solo una scatola vuota.

Sit in sulla 626 e sulla 115. I presidi continuano ad essere mantenuti sia lungo la statale 626, all’altezza del bivio che conduce verso lo scorrimento veloce Gela-Caltanissetta, sia sulla 115 Gela-Vittoria. Niente operai, invece, davanti al centro oli di contrada Brucazzi, nei pressi del centro direzionale Enimede agli accessi stradali della raffineria di contrada Piana del Signore.

Mentre i sindacati di tutte le categorie hanno scelto di lanciare la vertenza rivolgendosi direttamente al premier Matteo Renzi, stampando oltre centomila cartoline da indirizzare alla presidenza del consiglio, gli operai dell’indotto cercano di organizzare nuove azioni. Allo stato attuale, neanche il sindaco Domenico Messinese è stato in grado di indicare eventuali soluzioni, in attesa dei prossimi incontri sia regionali sia ministeriali. Domani, tutte le parti sono convocate davanti ai componenti della commissione attività produttive dell’Ars. Nelle stesse ore, nuove azioni potrebbero far alzare il livello della mobilitazione. A tensione, comunque, rimane soprattutto davanti al rischio che le forze dell’ordine possano decidere d’intervenire per fermare i presidi stradali. 

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