“Una cittu00e0 distratta, ma c’u00e8 chi organizza le distrazioni con l’effimero”

 
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GELA.“La città è distratta ma c’è chi organizza le distrazioni, puntando con fretta sull’effimero. Chi è distratto sia più responsabile”. Grazio Alabiso, vicario foraneo e custode dell’effige della patrona Maria Santissima dell’Alemanna, lancia il proprio monito non chiarendo se il destinatario sia il mondo della politica o la comunità.

Lo fa il giorno della presentazione del programma religioso dei festeggiamenti in onore della patrona. Non a caso ha voluto puntare su tre elementi sostanziali: essenzialità, solidarietà e sobrietà. “C’è bisogno – dice monsignore Alabiso – di riprendere con coraggio il cammino della speranza. La speranza non è un auspicio, un desiderio, ma è una fatica che va costruita giorno per giorno. Maria ci dice di operare cominciando dalla famiglia e dai rapporti relazionali con gli altri”.

La città vive un periodo storico drammatico. Dalla crisi industriale ai gravi temi ambientali, alla caduta dei valori morali, etici e la sfiducia verso la politica. Non a caso quest’anno la tavola rotonda è improntata sulla salvaguardia del creato, come hanno voluto tutti i vescovi d’Italia.

“Sappiamo bene che Gela è ferita – dice il vicario, seduto accanto a don Giuseppe Fausciana – non solo dal punto di vista ambientale ma anche sul piano delle relazioni. Il dolore non deve rimanere insanato, perchè i giovani debbano tornare ad avere la speranza. Noi non siamo chiamati solo a sanare le ferite. L’ambiente non va barattato”.

Il parroco e custode dell’immagine della Madonna non cade nella provocazione sulle possibili rivendicazioni dei fedeli che hanno venerato la patrona nel santuario del villaggio Aldisio. “L’icona di Maria Santissima D’Alemanna sin dal suo ritrovamento avvenuto nel XV secolo è stata da sempre custodita nella Chiesa Madre i cui parroci arcidiaconi ne hanno curato la devozione custodendo la sacra effigie ininterrottamente fino ai giorni nostri. La sacra icona, portata a Gela dai religiosi teutonici (Alemanni), è stata come una nascita di Maria per Gela e una novità di speranza e di vita della città con Maria. Tutte le tradizioni vanno comunque rispettate”.  

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