Riqualificazione energetica “Presti”, “impianto non certificato da Gse”: fatti a processo

 
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Lo stadio "Presti"

Gela. Le accuse che hanno portato a processo sono di truffa e falsità. L’indagine si concentrò sul finanziamento da circa 382 mila euro ottenuto dal Comune per un progetto di riqualificazione energetica dello stadio “Presti”. Lo stanziamento venne erogato nel sistema Po-Fesr 2007-2013. Ci fu la collocazione del sistema, successivamente rimosso durante lavori effettuati nella struttura sportiva, ancora oggi mancante di una delle coperture. Per i pm della procura e per i militari della guardia di finanza, quel sistema per la produzione di energia da fonti rinnovabili non entrò mai concretamente in funzione, nonostante le somme stanziate e ottenute dal municipio. Potenzialmente “in grado di produrre” ma “non certificato” dal Gestore servizi energetici. Così ha più volte ripetuto uno dei militari della guardia di finanza che si occupò degli approfondimenti e delle verifiche. Sono a processo due funzionari comunali, Raffaella Galanti e Silvia Triberio. Seguirono l’iter del finanziamento e secondo i legali di difesa, gli avvocati Rocco Guarnaccia e Rita Calò, lo fecero rispettando tutti i passaggi previsti e nel massimo rispetto degli obblighi imposti. Non a caso, davanti al giudice Eva Nicastro, i difensori hanno più volte insistito sul pieno funzionamento dell’impianto. Per gli inquirenti, però, senza lo “scambio sul posto” certificato dal Gse, sarebbe venuta a mancare una delle condizioni essenziali per giustificare l’erogazione delle somme.

In aula, è stato chiamato a testimoniare, inoltre, un tecnico che si occupò di interventi all’impianto. Per l’accusa, il Gse avrebbe atteso la trasmissione della documentazione necessaria fino al 2019. Una vicenda che sarà sviluppata nel corso delle prossime udienze. I testimoni hanno risposto pure alle domande del pm Tiziana Di Pietro.

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