Spari alla vetrina di un centro ottica, minacce per ricevere i pagamenti? In aula parla un grossista

 
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Gela. “Ho effettuato la fornitura degli occhiali ma non riuscivo a ricevere i soldi. Ho chiesto a Pennisi di interessarsene solo perché sapevo che si spostava spesso in diverse aree della Sicilia”.

Gli spari alla vetrina. Ad essere sentito in aula, è stato un grossista, chiamato a testimoniare nel dibattimento avviato nei confronti di Michele Pennisi, il catanese è accusato di tentata estorsione ai danni del titolare di un centro di ottica della città. Le indagini, condotte dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, partirono dopo che la vetrina dell’attività commerciale venne danneggiata da diversi colpi di pistola. In base alla ricostruzione degli inquirenti, si sarebbe trattato di un avvertimento rivolto al titolare dell’attività economica per indurlo a pagare. Il dibattimento si sta celebrando davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Marica Marino e Silvia Passanisi. La fornitura di occhiali al centro della vicenda venne effettuata dal grossista sentito in aula. “Purtroppo – ha detto – avevo bisogno di recuperare quel credito, perché era comunque consistente. Escludo che ci siano state minacce”. Il titolare dell’attività commerciale si è costituito parte civile con l’avvocato Carmelo Terranova. L’imputato, per il tramite dei legali di fiducia Michela Spadafora e Salvatore Ingrassia, ha sempre escluso di aver minacciato l’esercente. Si sarebbe solo limitato a richiedere il pagamento della fornitura di occhiali proprio per conto del grossista che lo aveva contattato. Intanto, si tornerà in aula il prossimo 22 febbraio. 

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