“Stella cadente”, chiesta sorveglianza speciale per comunale: sì ad atti della difesa

 
0

Gela. Secondo gli investigatori, sarebbe stato lui a consegnare una pistola al boss stiddaro Bruno Di Giacomo, già condannato in primo grado dal gup del tribunale di Caltanissetta, in una delle costole processuali dell’inchiesta “Stella cadente”. Il dipendente comunale Salvatore Esposito Ferrara è stato coinvolto nella stessa inchiesta e la prossima settimana, dopo il rinvio a giudizio, si presenterà davanti al collegio penale del tribunale di Gela, insieme ad altri imputati. Nei suoi confronti, però, è stata avviata anche la procedura per la sottoposizione alla sorveglianza speciale. Sono i giudici del tribunale delle misure di prevenzione di Caltanissetta che stanno valutando la posizione del dipendente comunale, ormai sospeso da Palazzo di Città, proprio a seguito dei fatti dell’indagine “Stella cadente”. Per lui non fu disposta nessuna misura cautelare. E’ rimasto sempre in libertà. Secondo gli inquirenti, però, bisogna imporgli la sorveglianza speciale. I giudici nisseni, intanto, hanno accolto la richiesta della difesa, sostenuta dall’avvocato Nicoletta Cauchi. Verranno acquisiti certificati per ricostruire lo stato di famiglia di Esposito Ferrara e l’attuale residenza del fratello. Secondo la difesa, potrebbero rivelarsi determinanti. Anche in fase di indagine, il legale ha spiegato che le accuse mosse fanno riferimento al contenuto di un’unica intercettazione, dalla quale emergerebbe la cessione della pistola, mai individuata né sequestrata. Sarebbe stato usato un linguaggio criptico e gli interlocutori intercettati parlerebbero di “ferro”. Esposito Ferrara ha più volte spiegato che non sarebbe sua la voce intercettata.

Per la difesa, nella conversazione telefonica si richiama la presenza in città “del fratello di Salvatore”, che però nel caso del dipendente comunale non vive più da anni in città. Anche per questo motivo, il legale ha chiesto di acquisire certificati che ricostruiscano lo stato di famiglia, in maniera dettagliata. Il dipendente comunale, nel corso delle indagini, ha voluto chiarire il suo caso e ai magistrati ha confermato di non essere mai stato coinvolto in giri criminali e di non aver ceduto armi a Di Giacomo. Gli unici rapporti ci sarebbero stati per un lavoro di riparazione svolto, dato che si cimentava anche in questo tipo di attività. I certificati verranno prodotti dalla difesa e valutati.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here