Tabaccheria rapinata, “no alle intercettazioni”: contestate le accuse

 
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Gela. Non avrebbe partecipato alla rapina messa a segno, lo scorso dicembre, all’interno della tabaccheria Barranco di via Crispi. Il diciassettenne ritenuto componente del gruppo entrato in azione ha di nuovo

chiesto la libertà, questa volta davanti ai giudici del riesame. Il suo legale, l’avvocato Davide Limoncello, ha escluso che il casco utilizzato durante il colpo sia quello posseduto dal ragazzo.
“Si tratta – ha precisato durante l’udienza il legale – di un casco molto comune e senza alcuna stilizzazione. Si trova facilmente in vendita”. La difesa, inoltre, ha eccepito l’inutilizzabilità delle intercettazioni effettuate nel carcere minorile di Caltanissetta, dove attualmente si trova il ragazzo. Sarebbero state effettuate solo successivamente e, quindi, non potrebbero confluire nel fascicolo d’indagine. Stando alla pubblica accusa, invece, le intercettazioni confermerebbero la colpevolezza del minore. Adesso, spetterà ai giudici della libertà valutare gli elementi presentati.

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