“Tracciato tangenziale viola Prg”, osservazioni al ministero: “Vogliono sanare abusi?”

 
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Gela. Le modifiche al tracciato della nuova tangenziale di Gela, il cui iter è ormai giunto a livello ministeriale, sottoposto alla valutazione di Via-Vas, non trova alcuna condivisione nel comitato Gelensis populus, che ha presentato, ufficialmente, una serie di osservazioni. “Tenendo conto dei recenti trascorsi evolutivi della gestione urbanistica locale, siamo certi che questa modifica, inspiegabilmente proposta dal gruppo di progettazione facente riferimento all’Anas, e con motivazioni che noi riteniamo risibili, produrrà un successivo allargamento del territorio urbanizzabile di una città che da anni – dicono i componenti del comitato – registra un naturale decadimento della curva demografica, e sanerà situazioni speculative di fatto già esistenti. Il tutto risponde a quelle politiche di consumo del suolo a fini edificatori che in città oggi non producono benefici né nel breve, né nel medio e soprattutto nel lungo periodo”. Nelle osservazioni presentante al progetto, anzitutto si definiscono “inconsistenti” le motivazioni addotte da Anas, quando si fa riferimento alla necessità di tutelare le aree protette e stare distanti da quelle di allagamento. “Osservando la planimetria del Prg, le uniche aree protette che si scorgono più prossime al percorso della tangenziale previsto dal professore Urbani, sono l’area Sic sulla fascia costiera di Gela, area parecchio distante dal tracciato Urbani e quindi ininfluente per determinarne la variazione del percorso, e l’area di interesse paesaggistico l.1497/39 in contrada Manfria. Anche questa in massima parte risulta distante della tangenziale prevista da Urbani, tuttavia – aggiungono – per un ridotto tratto viene attraversata dalla tangenziale, laddove il paesaggio risulta già compromesso da numerose abitazioni spontanee stagionali. Tuttavia, qualora si fosse voluto evitare questo attraversamento, sarebbe bastato un piccolo bypass, anziché optare per una modifica sostanziale al percorso di questa infrastruttura. Modifica che va ad incidere pesantemente sul nuovo Prg. Per quanto invece attiene il termine aree di allagamento, va chiarito che quelli che vengono evidenziati come percorsi fluviali, sono nella realtà dei torrenti in massima parte dell’anno asciutti, che in ogni caso verranno comunque attraversati qualche centinaio di metri più a nord dal nuovo tracciato della tangenziale proposta dall’Anas. Quindi seppur spostato, l’attraversamento sui due torrenti continua a permanere in area pianeggiante, ed in zone con medesimi rischi di allagamento rispetto ai punti di passaggio previsti dal progetto del professore Urbani”. Gelensis populus solleva il forte dubbio che con il nuovo tracciato si vada solo ad ampliare l’urbanizzazione del territorio, già fortemente compromesso. “Dagli anni novanta ad oggi, si è assistito ad un sempre più allargamento delle maglie nel settore dell’edilizia, che ha visto il rilascio di concessioni a piccoli costruttori-speculatori locali, i quali hanno avuto il monopolio assoluto nel settore della costruzione di alloggi pseudo popolari – dicono ancora – determinando una seconda ondata di cementificazione territoriale. In questo modo si è generata la saturazione del mercato edile, che ha provocato una stagnazione delle compravendite immobiliari in città. Questo modus operandi è stato causa dell’erosione dei terreni a fini speculativi, terreni una volta fertili intorno alla città. Da alcuni decenni stiamo assistendo ad una incontrollata azione che sta fagocitando ettari di lotti agricoli sull’ultima piana costiera della Sicilia meridionale. Se si tiene conto che buona parte di questo nuovo tessuto edificato, è composto da seconde abitazioni, edifici storici abbandonati, capannoni non più in uso, si capisce di essere di fronte a quel fenomeno che oggi definiamo come consumo del suolo”. Un’edificazione costante che viene ritenuta del tutto sproporzionata rispetto all’effettivo numero di residenti.

“A nostro avviso, le future politiche urbanistiche dovrebbero tendere al recupero delle aree spopolate nei quartieri al contorno del centro storico, e per questo motivo, riteniamo che la nuova tangenziale possa presentarsi come un limite materiale ad ulteriori azioni di consumo territoriale. È chiaro che bisogna stabilire con un atto deciso e perentorio un adeguato percorso per la nuova tangenziale, e questo percorso deve essere in linea – dicono ancora – con la naturale giacitura al tessuto urbano. Questa naturale giacitura era stata determinata con estrema esattezza dallo studio compiuto dal professore Leonardo Urbani, docente dell’Università di Palermo, e calato nel Prg”. Il dubbio forte è che la nuova tangenziale, con il progetto annesso, possa sanare degli abusi edilizi ed urbanistici. “Da qualche anno a nord della via Butera, in piena zona agricola, sembra stia inspiegabilmente nascendo un’area commerciale non contemplata dagli attuali strumenti urbanistici territoriali. Parecchi capannoni che hanno avuto concessioni come opere per attività agricola, in modo assurdo concentrati in un’area lottizzata, sono stati trasformati ed adibiti, subito dopo la costruzione, in strutture commerciali. Sappiamo per certo che la vicenda è anche all’attenzione della procura della
Repubblica a cui è stato indirizzato un esposto da parte delle associazioni ambientaliste. Ad oggi – spiegano – non conosciamo l’esito delle eventuali indagini. La tangenziale proposta dallo studio Urbani taglia buona parte di queste strutture, lasciandole fuori dal futuro perimetro urbano, perché non ancora esistenti quando il nuovo Prg fu adottato dalla città. La nuova tangenziale proposta dal gruppo di progettazione facente capo ad Anas, invece, in questa zona traccia una forzata curva parabolica, facendo rientrare queste strutture, molte delle quali attualmente in zona agricola, all’interno di un nuovo e riadattato perimetro urbano, come a volerne sanare la loro vera condizione di strutture commerciali”. Più che un sospetto, che era stato sollevato alcuni mesi fa proprio dal comitato. Un’occupazione del territorio sempre più spinta e il pericolo di sanare veri e propri abusi urbanistici sono alla base delle osservazioni presentate. “Chiediamo vivamente che venga evitata la immotivata, inspiegabile e non condivisa modifica del percorso della nuova tangenziale, voluta dal gruppo di progettazione dell’Anas. Chiediamo inoltre – concludono – che il tracciato di questa nuova infrastruttura possa essere ricondotto verso il più congruo percorso proposto dallo studio del professore Leonardo Urbani, percorso, già approvato e contemplato dal vigente ed attuativo Piano regolatore generale”.

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