Uccise il fratello tra le strade di Sant’Ippolito, a marzo Vincenzo Valenti verrà giudicato in Cassazione

 
0

Gela. Uccise il fratello tra le strade del quartiere Sant’Ippolito. Dopo la condanna a sedici anni e quattro mesi di reclusione, confermata anche dai giudici della Corte di assise di appello di Caltanissetta, a marzo il caso dell’operaio Vincenzo Valenti arriverà davanti ai giudici di Cassazione.

La doppia condanna. Il suo difensore di fiducia, l’avvocato Carmelo Tuccio, ha scelto di impugnare il verdetto di condanna. Alessandro Valenti, colpito alla gola con un coltello, nell’estate di tre anni fa, morì a pochi passi dall’abitazione di famiglia. Nelle loro motivazioni, i giudici di secondo grado hanno ripercorso la vicenda e, soprattutto, escludono l’ipotesi della provocazione. I rapporti tra i due fratelli si erano deteriorati oramai da diversi anni. L’attenzione dell’avvocato Carmelo Tuccio, difensore dell’imputato,  si concentrò soprattutto sul cacciavite ritrovato a ridosso del cadavere di Alessandro Valenti. Secondo il legale, proprio il trentenne, quel giorno, insultò il fratello Vincenzo e poi avrebbe cercato di colpirlo con il cacciavite, come testimonierebbero alcuni segni sul corpo dell’imputato. Una ricostruzione decisamente respinta dai legali della moglie e della piccola figlia della vittima, costituite parti civili. Gli avvocati Vittorio Giardino e Fabio Fargetta hanno sempre sostenuto che la vittima venne aggredita alle spalle, senza avere la possibilità di difendersi. Sia il giudice dell’udienza preliminare, in primo grado, sia quelli della Corte di assise di appello nissena hanno sempre escluso l’ipotesi della provocazione subita dall’operaio che venne arrestato mentre si trovava nella propria abitazione. Adesso, spetterà ai giudici di Cassazione ritornare su quelle vicende. 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here