Un debito di droga e la morte di Di Maria, chiuse le indagini sui Morso: Guido accusato di omicidio, Enzo risponderà di rissa

 
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Vincenzo Morso in manette dopo il fermo per l'omicidio Di Maria

Gela. Per i magistrati della procura di Genova deve rispondere di omicidio volontario.

Di Maria morto nel suo appartamento. I pm liguri hanno chiuso le indagini successive alla morte del giovane Davide Di Maria, colpito a sangue lo scorso settembre all’interno di un appartamento del quartiere Molassana. Le accuse vengono mosse al trentaquattrenne gelese Guido Morso, da anni residente nel capoluogo ligure. Di Maria sarebbe stato raggiunto da diversi fendenti: colpito con un coltello, in realtà mai ritrovato dagli investigatori. Nell’appartamento, c’erano anche due amici della vittima, Marco N’Diaye e Christian Beron, che devono invece rispondere di rissa aggravata. Stessa accusa mossa a Vincenzo Morso, padre di Guido e ritenuto dagli investigatori referente di spicco in Liguria per il gruppo di cosa nostra gelese. In base a quanto ricostruito dai pm della procura e dagli agenti della mobile di Genova, Guido e Vincenzo Morso si sarebbero recati nell’appartamento di Di Maria per regolare una vicenda legata ad un debito di droga. Entrambi erano armati. Nell’abitazione, dopo pochi minuti, sarebbe scoppiata una violenta colluttazione, sfociata poi nella morte di Di Miaria, ritenuto inserito negli ambienti genovesi dello spaccio di droga. Nel corso delle indagini, però, sotto le unghie della vittima sono emerse tracce del dna di N’Diaye. I legali di Guido Morso, così, non escludono che la vicenda possa essere molto più complessa. A questo punto, i magistrati dovranno valutare la richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli indagati.

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