Un, due, tre…stella

 
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Era il 15 giugno quando Messinese salì’ al trono, impugnò lo scettro magico e al grido di “onestà” fece marcia su Gela gettando per terra stelle filanti magiche che avrebbero (dovuto!) portare una ventata di cambiamento.

Detto in altro modo: era il 15 giugno quando questa città votava speranzosa il cambiamento. Lo votava in massa. Demoliva una consuetudine ripetutasi negli anni (dar sempre una seconda chance) e dava il benvenuto al potenziale nuovo.
Anche chi scrive, io per prima quindi, intercettando la ventata di nuovo scrivevo un articolo intitolato “matite bazooka” così definendo tutti coloro i quali avevano scelto di “riveder le stelle”. Fu un plebiscito, il primo passo per quell’agognato cambiamento passava attraverso quelle matite.

Chi scrive, farà perlopiù la stessa cosa che fece allora (ci proverà almeno) cercando di intercettare il sentimento populista che si respira da quel 15 Giugno intimando già da ora, per quanto occorrer possa, di difendersi con i soliti proclami ammuffiti, uno fra tutti: Roma non fu costruita in un giorno!
Diciamocelo, non è difficile analizzare il sentimento che incontriamo per strada e non ci vuol neanche una geniale capacità di analisi: se dovessimo descriverlo in una parola potremmo dire: Delusione e a questa poi accostare i più disparati aggettivi.

Se invece volessimo- evitando di far prosa facilotta-scegliere una parola per definire (almeno a tutt’oggi) l’operato di questa nuova macchina che è alla guida ( o dovrebbe essere alla guida) di questa città, la scelta cadrebbe su : sconfitta! La sconfitta è più narrativa che politica perché ad esser caduto, ad esser andato in crisi è lo stesso racconto con cui il Sindaco aveva “sedotto” (consentitemi l’azzardo verbale) un paese stufo dei soliti riti, delle solite facce, delle solite cose gridate a gran voce e non fatte. Il racconto prometteva di sostituire il “vecchio” con il “nuovo” e questo bastava per far germogliare in ognuno di quelle matite il più importante e potente dei semi: la speranza di sostituire, superandolo, il vecchio meccanismo i cui ingranaggi erano oleato da anni dalla vecchia politica per sostituirlo con una leva di giovani amministratori locali che, fin da subito, una volta insediati,bombardavano per giorni la home del Tribunale ferocissimo di Fb informando tutti di rinunciare all’iphone, all’ipad, al cibo, all’aria, all’ombrello se piove, all’aria condizionata se fa caldo; il tutto in chiave rivisitata del buon francescano. L’anteposto della Santità politica insomma!

Il Sindaco (no, non domandatevi quale dei due, sto parlando di Messinese!) ha ben presto ridotto le promesse fatte dal pulpito della piazza a un groviglio di natura non meglio identificata riducendo poco dopo, gela, ad un paese in continuo decollo ma senza decollo, riuscendo tra l’altro (e non è impresa da poco) a far prendere le distanze dal suo operato anche a quegli stessi consiglieri che lo avevano appoggiato i quali non lo riconoscono come appartenete al Movimento 5 Stelle ma come il prodotto di una mutazione genetica che, nel tempo,si è evoluta facendogli perder man mano il cannocchiale adatto per veder le stelle tanto inneggiate;tanto che, disertando ripetutamente il consiglio comunale (altra pratica a cui ci ha abituati!) ci si chiede se sia andato ad aggiustare qualche stella che non luccica più.

Sembra confuso Messinese ma mai teso (caratteristica questa che possiede chi fa, non chi delega) perché- ed è questo poi l’aspetto sociologicamente rilevante-di fatto, non si considera neanche attore protagonista ma Non protagonista affidandosi (e il termine non è usato a caso!) ad un’unica persona che, per scienza infusa dalle divine stelle ingloba il firmamento essendo anche regista/ sceneggiatore/ tecnico del suono/ costumista/ moderatore/ esperto di astrofisica/matematico illuminato/cultore della parola/ geopolitico/scrittore/Messia… delegato, delegante, ”delegatissimo”.
E in quest’atmosfera di malcontento generale, di speranze vanificate, consigli comunali disertati, assenza di linea politica, lavoro che non c’è e non nobilita ma mortifica, in questo tradimento feroce del “nuovo” che non esiste, a pagarne il prezzo è ancora una volta quella matita bazooka che, forse, se avesse anche solo visto per un attimo si sarebbe slogata il polso!
Se abbiamo visto le stelle? Decisamente si! Come quando, di notte, cammini al buio in casa, assonnato, e dai una testata nello spigolo!

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