Un ex operaio dell’indotto Eni oggi è malato, a processo i vertici di due aziende

 
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Gela. Gravissime patologie polmonari hanno del tutto stravolto la sua vita. La vicenda di un ex operaio dell’indotto Eni è stata ripercorsa, in aula davanti al giudice Ersilia Guzzetta.

Il lavoro in raffineria. La malattia iniziò a manifestarsi tra il 2007 e il 2008, dopo oltre trent’anni di lavoro tra gli impianti della raffineria Eni di contrada Piana del Signore e quelli di altri siti industriali siciliani, compresi gli stabilimenti del siracusano. A processo, sono finiti gli ex responsabili di due aziende dell’indotto Eni, l’Implaca e la Damante, alle cui dipendenze lavorò l’operaio, oggi malato. “Ho lavorato in quasi tutti gli impianti della raffineria – ha spiegato rispondendo alle domande del pubblico ministero Sonia Tramontana – dal clorosoda alla centrale termoelettrica. Certamente, soprattutto in passato, non c’era consapevolezza della pericolosità di alcune sostanze o dell’amianto. Con il tempo, la situazione è migliorata ma eravamo sempre a contatto con i fumi di saldatura, in ambienti angusti. Devo dire che i responsabili delle aziende per le quali ho lavorato all’interno della raffineria ci mettevano a disposizione tutti i presidi necessari. Anche le visite venivano effettuate annualmente”. Per l’operaio, infatti, la patologia sarebbe stata contratta durante i periodi di lavoro sostenuti in siti industriali del siracusano. “In quei casi – ha continuato – lavoravamo praticamente senza protezioni, con semplici mascherine di stoffa”. A processo, ci sono Gaetano Scolaro, Giuseppe Damante e Giuseppe Caruso. Sono tutti accusati di non aver adottato le necessarie misure di prevenzione per evitare il contatto tra i lavoratori e i fumi di saldatura, oltre ad altre pericolose sostanze. I difensori degli imputati, gli avvocati Angelo Urrico, Concetta Di Stefano e Grazia Fausciana hanno però sottolineato come lo stesso operaio abbia confermato che nelle aziende alle cui dipendenze lavorò in raffineria venissero rispettate le misure imposte dalla legge, a cominciare dalla consegna, ai singoli operai, di tutti i presidi di sicurezza. Un medico che si è occupato di valutare il caso del lavoratore verrà sentito davanti al giudice alla prossima udienza, fissata per luglio.

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