Un operaio travolto dall’autocompattatore, morì in via Venezia: chiesta la condanna del collega

 
0

Gela. La sentenza di assoluzione va riformata. Così, la procura generale ha chiesto la condanna a due anni di reclusione nei confronti dell’operaio Giuseppe Greco. Assolto in primo grado. L’imputato, assolto in primo grado, è accusato dell’omicidio colposo del collega Umberto La Cognata. Entrambi dipendenti dell’azienda che si occupava del servizio di raccolta dei rifiuti in città, si trovavano in servizio nella zona di piazza Messico, a ridosso di via Venezia. La Cognata venne travolto mentre l’autocompattatore guidato da Greco effettuava una manovra per accedere proprio a piazza Messico. La richiesta di condanna è arrivata davanti ai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta. Sono stati i magistrati della procura generale ad impugnare il verdetto favorevole all’imputato, pronunciato in primo grado. L’operaio venne assolto con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. Parti civili, invece, si sono costituiti i familiari della vittima, rappresentati dagli avvocati Maurizio Scicolone e Enrico Aliotta. I legali si sono associati a quanto chiesto dalla procura generale. Davanti alla richiesta di condanna, il difensore dell’imputato, l’avvocato Rocco Guarnaccia, ha nuovamente escluso qualsiasi responsabilità da parte del suo assistito rispetto a quanto accaduto oramai sette anni fa. Greco avrebbe adottato tutte le necessarie precauzioni alla guida del mezzo. I rilevatori che avrebbero dovuto segnalare la presenza o meno del collega sulle pedane posteriori, però, non sarebbero stati in funzione. Per questa ragione, l’imputato non si sarebbe accorto che il collega era intanto sceso per recuperare una bottiglia caduta in strada. La manovra fu fatale. Umberto La Cognata venne travolto e ucciso. I giudici della Corte d’appello nissena emetteranno il loro verdetto nelle prossime settimane. 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here