Un presunto patto tra un medico e un finanziere, il buon esito di una verifica fiscale in cambio di un favore: sono a processo

 
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Gela. Il presunto impegno ad aggiustare una verifica fiscale, in cambio dell’interessamento sul percorso professionale da garantire ad una familiare.


Il presunto accordo. I magistrati della procura ipotizzano un vero e proprio accordo tra un medico e un finanziere, vicenda che, dopo il rinvio a giudizio, è arrivata a processo. Si è aperto il dibattimento davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Ersilia Guzzetta e Tiziana Landoni. Le accuse vengono mosse al medico Antonio C. e al militare Salvatore Z. Tutto sarebbe nato dalla nota redatta da altri due finanzieri, incaricati di effettuare la verifica fiscale in uno studio medico. Avrebbero segnalato delle anomalie nel rapporto tra un altro finanziere impegnato nell’attività e il medico. In base alle accuse, sostenute in aula dal pubblico ministero Andrea Sodani, il finanziere avrebbe chiesto al medico un possibile interessamento, così da permettere alla figlia l’accesso in un ente del settore sanitario. Allo stesso tempo, proprio il militare avrebbe rassicurato il professionista sul buon esito della verifica fiscale. Una ricostruzione, già in fase di indagine, contestata dai difensori degli imputati, gli avvocati Flavio Sinatra, Carmelo Tuccio e Raffaela Nastasi. Intanto, proprio i difensori sono riusciti ad ottenere l’esclusione dal fascicolo del dibattimento di alcuni atti d’indagine. I primi testimoni verranno sentiti a novembre.

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