Una pistola in faccia per recuperare un credito: “Parla oppure ti spariamo!”

 
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Gela. Un giro di pagamenti non rispettati e le presunte minacce con tanto di pistola puntata alla faccia davanti ad un bar di contrada Manfria. Così, è scattato il processo per i due titolari di una piccola azienda ortofrutticola.

La presunta spedizione a Manfria. Sarebbero stati loro, infatti, ad organizzare una sorta di spedizione punitiva nei confronti del proprietario del bar, a sua volta impegnato nel commercio d’ortofrutta verso l’est europeo. Il gruppo partito per cercare di recuperare i mancati pagamenti, però, non riuscì a trovare il vero obiettivo dell’azione e la pistola venne puntata addosso ad un conoscente, a sua volta titolare di una società d’intermediazione. “O ci fai trovare il tuo amico – lo avrebbero minacciato – oppure spariamo a te e a tutta la tua famiglia”. Le minacce, però, convinsero la vittima a denunciare tutto agli agenti di polizia del commissariato.

“Mi puntarono la pistola”. “Ebbi veramente molta paura – ha spiegato in aula – mi puntarono una pistola in faccia ma io, in quel momento, non sapevo dove fosse la persona che cercavano”. Durante l’udienza, davanti al giudice Ersilia Guzzetta, è stato ascoltato anche il titolare del bar che sarebbe stato il vero obiettivo del gruppo. “I pagamenti ritardarono – ha precisato – perché la società che si occupava di piazzare la merce in Romania non riceveva i soldi con regolarità e, di conseguenza, tutta la filiera si bloccò. Io mi rifornivo dall’azienda dei due imputati che, non ricevendo il denaro, iniziarono a contattarmi telefonicamente quasi ogni giorno”. I legali di difesa, comunque, hanno contestato la ricostruzione fornita dai due testimoni, facendo leva sulle incongruenze tra quanto dichiarato nella denuncia agli agenti di polizia e la versione resa in aula. Per fare maggiore chiarezza sull’intera vicenda, altri testimoni verranno sentiti all’udienza del 24 aprile. 

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