Una sola porta di sicurezza e tanti dubbi, si indaga sull’incendio al negozio dei cinesi

 
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Gela. Oltre cinquanta persone hanno rischiato di rimanere intrappolate nel rogo che, sabato pomeriggio, è divampato all’interno di un centro commerciale di prodotti cinesi interessando anche un centro Sprar (Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugio politico) dove alloggiavano 16 richiedenti asilo politico. Le fiamme da un magazzino del vasto negozio di cineserie, intestato ad una donna, si sono immediatamente propagate nell’appartamento al primo piano che ospitava gli immigrati del centro sprar “Ubuntu”, coordinato da Luigi Russello. Sono tutti migranti maggiorenni. Uno di loro, nell’inutile tentativo di domare il rogo, si è intossicato. E’ stato immediatamente soccorso dal personale del 118 e trasferito a bordo di un’ambulanza presso l’ospedale “Vittorio Emanuele”. I medici del Pronto soccorso di via Palazzi lo hanno giudicato guaribile in pochi giorni e dimesso subito dopo. Il sistema antincendio del negozio “Fashion world” sarebbe entrato immediatamente in azione senza per questo riuscire a spegnere le fiamme che in pochi minuti hanno invaso i circa mille metri del centro commerciale che era affollato. I clienti e il personale si sono allontanati prontamente, nessuno ha riportato conseguenze. Sono stati loro a sollecitare l’intervento dei vigili del fuoco che sono rimasti in azione oltre cinque ore. Sono ingenti i danni il cui bilancio è in corso di quantificazione. Il calore ha divorato tutta la merce e creato pericolosi problemi strutturali all’edificio e, probabilmente, anche al centro di ospitalità dei richiedenti asilo politico. Durante le fasi di spegnimento dell’incendio sono crollate alcune pareti sia dall’ingresso di via Venezia che in via Oceania. Per mettere in sicurezza anche l’altro accesso, quello di via Oceania, le forze dell’ordine sono state costretto a interdire l’accesso anche ai residenti. Sono rimaste chiuse al transito veicolare e ai pedoni complessivamente tre strade, compresa l’arteria principale di via Venezia che attraversa a nord la città. Le indagini sulle cause del rogo sono condotte dal commissariato di Polizia, diretto da Francesco Marino, e dai Vigili del fuoco. Secondo una prima ricostruzione dei fatti era attiva solo una porta di sicurezza e il personale del negozio si sarebbe accorto immediatamente di quanto stesse accadendo. Questa mattina è già stato fissato un sopralluogo dell’edificio, Il personale dei vigili del fuoco conduce le indagini con i poliziotti del commissariato. I responsabili del centro “Ubuntu” hanno assicurato l’immediato trasferimento dei 16 migranti in altre strutture della città. Gli stessi hanno ricevuto subito le attenzioni e l’assistenza del caso.

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