Violenze e alcol, accuse contro un disoccupato: per il perito “non è capace d’intendere e di volere”

 
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Gela. Disturbi psichici e alcol sarebbero stati alla base di una serie di violenze che hanno portato a processo un disoccupato. “Non è capace d’intendere e di volere”. L’uomo, stando alle accuse, avrebbe preso di mira anche la moglie. In base al perito che lo ha sottopoto a verifiche, però, non è capace d’intendere e di volere. Così, è arrivata l’assoluzione. A pronunciarla, il giudice Ersilia Guzzetta. Il disoccupato, attualmente agli arresti domiciliari in una struttura di cura, “non è imputabile”. Il perito ha confermato l’incapacità rispondendo alle domande non solo del giudice ma anche del pm Sonia Tramontana e dei difensori dell’uomo, gli avvocati Davide Limoncello e Giusy Ialazzo. Davanti al contenuto della perizia, proprio i legali hanno chiesto l’assoluzione per incapacità d’intendere e di volere. “Questi disturbi psichici – ha spiegato lo specialista scelto dal giudice – si manifestano, spesso, attraverso l’abuso di alcol o altre sostanze. Chi è affetto da patologie mentali di questo tipo non percepisce la necessità di curarsi”. Le violenze si sarebbero protratte per diverso tempo. 

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