Violenze nei centri per disabili psichici, aperto giudizio per amministratori: “Non vigilarono”

 
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Le violenze ricostruite attraverso le immagini dei sistemi video

Gela. Verrà affidato ad un perito l’incarico di trascrivere il contenuto delle intercettazioni, tra le basi dell’inchiesta che si sviluppò rispetto a quanto accadeva all’interno delle strutture per disabili psichici avviate a Serradifalco dalla cooperativa gelese “Azzurra”. Oggi, davanti ai giudici nisseni, è stato aperto il dibattimento a carico dei responsabili della coop, Rocco Giovanni Scordio e Giuseppina Scimè. Per gli investigatori, non avrebbero adeguatamente vigilato sulla routine di quei centri. I carabinieri, piazzando telecamere nascoste, hanno documentato violenze e forme di privazione alle quali venivano sottoposti gli ospiti. Un operatore, il gelese Vincenzo Biundo, in un altro filone scaturito dalla stessa inchiesta è già stato condannato anche in appello per violenza sessuale. I due imputati davanti ai giudici nisseni, invece, non hanno optato per riti alternativi e cercheranno di chiarire le loro posizioni.

Secondo i pm, sarebbero mancati i controlli ai quali erano tenuti dato il loro ruolo di amministratori. Sono difesi dagli avvocati Giovanni Bruscia e Tiziana Ragusa. E’ stata formalizzata, infine, la costituzione di parte civile avanzata dai legali di ex ospiti vittime delle violenze. Sono assistiti dai legali Flavio Sinatra, Ivan Bellanti e Giuseppe Fiorenza.

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