15 Cene di San Giuseppe, la tradizione si rinnova, i poveri sorridono

 
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Gela. Si rinnova l’appuntamento con le tavolate di San Giuseppe. La tanto attesa tradizionale festività del 19 marzo fa giungere in città tanta e gioia e speranza per tutti i patriarchi che hanno partecipato alle consuete cene.

Quest’anno come tutti gli anni la devozione in città resta forte ed è tangibile. Sono stati allestiti 15 altari per rendere grazie al Santo. Ad organizzare le manifestazioni sono state, le famiglie che intendevano assolvere il voto o esprimere una particolare devozione al santo . Hanno preparato nelle loro case un tavolo su cui troneggiava un’immagine del santo e sul quale sono state poste paste, verdure, pesci freschi, uova, dolci, frutta, vino. Quindici le cene che sono state visitate in tutta la località. La festa nonostante abbia registrato un forte calo, rispetto agli anni passati vanta la partecipazione della cittadinanza intera. Nel giorno del santo protettore delle famiglie è stata celebrata  la cerimonia di benedizione delle famiglie che hanno vestito i panni di Gesù, Giuseppe e Maria, nella chiesa di sant’Agostino. Il comitato istituito in occasione di questi festeggiamenti, ha donato successivamente il pane benedetto.  Altare speciale nella parrocchia guidata da Don Giorgio Cilindrello. A bussare alla gigantesca porta della chiesa è stata una famiglia d’eccezione. Tre bambini accompagnati dai loro genitori che hanno rappresentato simbolicamente la povertà. Hanno pregato e pranzato dinanzi agli occhi commossi di centinaia di persone. La chiesa devolverà il ricavato delle offerte a 77 famiglie bisognose.

Un elenco di 55 famiglie è stato fornito dal settore servizi sociali del comune le restanti 22 famiglie sono quelle che la parrocchia segue durante il corso dell’anno. I viveri saranno distribuiti in base al nucleo familiare e dunque saranno attenzionate quelle famiglie con bambini. In tempi di crisi la città si unisce in un solo cuore prescindendo da livelli sociali, culturali e di appartenenza, qualora esistessero, donando ai meno abbienti un sorriso seppur fittizio e dalla durata di un sogno, ma quantomeno reale. 

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