Il vescovo apre la Porta Santa: “Ognuno scelga un povero da accudire, amare ed aiutare”

 
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Gela. Il vescovo della diocesi di Piazza Armerina, monsignore Rosario Gisana, ha aperto la Porta Santa della piccola casa della misericordia diretta da don Lino Di Dio.

Un corteo ha mosso in processione dal Duomo, dove si è tenuta una cerimonia, fino a piazza Sant’Agostino. Per l’occasione il prefetto di Caltanissetta, Maria Teresa Cucinotta, nel corso di un tavolo tecnico, ha predisposto le misure di sicurezza convocando gli ufficiali di comando delle forze di polizia, dei Vigili Urbani e l’assessore Eugenio Catania.

Dopo aver celebrato la festa della Santa Famiglia di Nazareth con il pranzo offerto a 380 poveri, la Piccola Casa della Misericordia di Gela è stata  protagonista di un grande evento di grazia con  l’apertura della Porta Santa della Misericordia. Il Vescovo Rosario Gisana, ha predisposto che oltre la Basilica Cattedrale il centro diaconale di Gela possa essere luogo giubilare. La Piccola Casa della Misericordia è stata fondata da don Pasqualino di Dio, conosciuto come il sacerdote della Misericordia. Fu proprio Papa Francesco all’indomani della sua elezione, prima della Celebrazione eucaristica nella chiesa parrocchiale di Santa Anna in Vaticano, a definirlo così. 

 La Piccola Casa opera in sinergica collaborazione con la Caritas diocesana, le istituzioni locali, le parrocchie e le associazioni presenti nel territorio. Sempre più interessato da crescenti disagi sociali, dovuti anche al processo di deindustrializzazione progressivo a causa della crisi del polo petrolchimico gelese, unica grande realtà industriale della intera provincia di Caltanissetta. In questo difficile contesto sociale si inserisce l’attività messa in campo dal Centro, grazie ai tanti volontari che ogni giorno, nel silenzio, lavorano per andare incontro al disagio di oltre 2000 persone che assistono. La Piccola Casa ha avviato da due anni: il centro di ascolto, mediazione familiare, consulenze professionali (Cafarnao), la mensa della solidarietà (Betania) – emporio dei vestiti e servizio lavanderia (Ain-Karim) – servizio distribuzione generi alimentari (Tabga) – laboratori artigianali e bomboniere solidali (Nazareth) – centro studi per la cultura sacra popolare (Gerusalemme) – scuola di preghiera e formazione (Akedà). Progetti in cantiere sono: l’ambulatorio oculistico (Gerico) e il servizio di accoglienza per i senza tetto (Betlemme).

 «Siamo contenti – afferma don Lino di Dio, iniziatore della Fraternità Apostolica della Misericordia e della Piccola Casa della Misericordia di Gela –  che per la prima volta sia aprono le Porte Sante non solo nelle cattedrali o nei santuari ma anche nei “santuari della speranza” dove ogni giorno si tocca la «carne di Cristo nel corpo martoriato, piagato, flagellato, denutrito, in fuga… per essere da noi, Dio riconosciuto, toccato e assistito con cura. (Francesco, Misericordiae vultus, 15).. Il nostro Centro cerca di seguire la strategia della gratuità e dell’accoglienza che non riduce la persona al suo problema, ma cerca di accoglierla e ascoltarla, al fine di passare da una logica della solidarietà a una logica della responsabilità, sull’esempio di Cristo povero e perseguitato che si fa carico del peccato e del dolore di ogni uomo. La Piccola Casa, va avanti grazie alla generosità di persone sensibili alle necessità dei fratelli che riescono a fidarsi di Dio mettendo quel poco che hanno nelle mani di molti. Noi, poveri in mezzo ai poveri, ci sforziamo ad essere una “carezza di Dio” nel vincolo inseparabile tra la fede e i poveri. Essere attenti agli ultimi vuol dire essere attenti a tutti».

Monsignor Gisana innanzi a tutti i sacerdoti della città, le tante autorità civili e militari e i fedeli che hanno gremito la Chiesa Madre, ha richiamato nell’omelia che: «L’apertura della porta santa in questo anno giubilare diventa straordinario per il modo come dobbiamo incontrare il Signore, modo che deve diventare ordinario, ed è quello del servizio al povero. Attraversando la Porta Santa della Piccola Casa non dobbiamo pensare che è la Porta che ci dà le indulgenze ma quello che essa rappresenta e la Casa fa per e con i poveri. Ognuno nella vita credente deve vivere questo, il piccolo gesto di carità deve diventare ordinario e non occasionale. La presenza di Gesù nei poveri possiamo trovarla ogni volta che vogliamo a partire dalle nostre famiglie. La porta non è una cosa fisica ma simbolica, noi attraversando la porta non assolviamo alle indulgenze ma solo nella misura in cui noi viviamo un atto di carità verso una persona o famiglia che ha bisogno riceviamo la benedizione del Signore. Ognuno si scelga un povero da accudire, amare, consolare, aiutare con gesti semplici è così riusciremo ad attraversare le Porte Sante che sono i poveri, tutti siamo porte. Facciamo si che il nostro narcisismo venga piegato e diventa altruismo, decentrandoci facciamo splendere la gloria del Signore. Rivestiamoci di luce per esseri indicatori di luce.»

Dopo la Santa Messa, nonostante la pioggia, tutti si sono avviati in processione verso la Piccola Casa della Misericordia dove è avvenuto il suggestivo rito dell’apertura della Porta Santa della Misericordia che rimarrà aperta fino al 6 novembre. È possibile attraversare la Porta ogni giorno dalle  16,30 alle 19. 

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