Aggressione in via Generale Cascino, accusa di tentato omicidio: imputato, “non volevo uccidere”

 
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La rissa in via Generale Cascino

Gela. E’ partito il giudizio maturato a seguito della violenta rissa della scorsa estate, quando davanti ad un esercizio commerciale di via Generale Cascino un cittadino romeno venne colpito più volte, con calci e pugni, da altri connazionali. L’intera dinamica dei fatti fu ripresa dai sistemi di videosorveglianza privata, compreso quello dell’attività. Uno dei coinvolti, Daniel Vasile Ciubotaru, risponde dell’accusa di tentato omicidio. Per la procura, in aula con il pm Lucia Caroselli, c’era l’intenzione di uccidere. Il collegio penale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, ha ammesso la costituzione di parte civile di tre feriti, a loro volta presi di mira durante quella che fu indicata come una spedizione punitiva. Sono rappresentati dall’avvocato Paolo Cafà. L’imputato è invece difeso dal legale Davide Limoncello. La procura aveva chiesto il giudizio immediato per tutti i coinvolti. Solo Ciubotaru risponde di tentato omicidio. Non si esclude che la difesa possa alla fine acconsentire ad un rito abbreviato. L’imputato, che da anni risiede in città dove lavorava fino al momento dell’arresto, ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee. Sostiene, sulla base di precedenti denunce presentate, che fosse stato vittima di aggressioni e vessazioni messo in atto proprio da alcuni suoi connazionali. Quel pomeriggio, in via Generale Cascino, si sarebbe difeso e avrebbe risposto a quanto era accaduto in precedenza. “Non volevo uccidere”. Da quanto spiegato ai giudici, era stato preso di mira perché i familiari della sua compagna avrebbero preteso che i rapporti tra i due riprendessero.

Ciubotaru aveva infatti deciso di troncare la relazione sentimentale, dalla quale era nato un figlio, perché aveva scoperto che la compagna si prostituiva. Particolari che ha descritto rilasciando dichiarazioni spontanee. La difesa potrebbe avanzare una richiesta per la sostituzione della misura di custodia cautelare in carcere. In aula si tornerà a fine mese anche per definire il rito.

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