Aziende metalmeccaniche in crisi dopo lockdown, Fim: “Raffinerie ancora centrali”

 
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Gela. Dopo l’emergenza sanitaria e lo stop forzato durato per mesi, il settore metalmeccanico rischia un contraccolpo, quasi fatale. Tante aziende fanno fatica a riprendere l’attività ed effetti di questo tipo si riscontrano anche nell’indotto di raffineria Eni, nonostante i lavori, seppur di portata ancora limitata, siano comunque ripresi. I vertici regionali della Fim Cisl, riuniti a Messina per l’esecutivo regionale, hanno lanciato forti preoccupazioni, estese a tutti i principali poli industriali dell’isola. Da Gela a Siracusa, passando per la stessa area messinese e per i punti di snodo di Palermo e Catania, il pericolo di dover dire addio a centinaia di aziende del settore è concreto. Secondo i metalmeccanici della Cisl, che sul territorio locale hanno come riferimento il segretario provinciale Angelo Sardella, sia la Regione che il governo devono prevedere misure a supporto del comparto, che a livello territoriale è tra le eccellenze, anche se negli anni la crisi ha tagliato migliaia di posti. L’attenzione dei vertici siciliani del sindacato è caduta sulle raffinerie, che sono committenti fondamentali per migliaia di aziende metalmeccaniche. Nel sito di contrada Piana del Signore, dopo la fine delle attività per la riconversione a green, sono in corso i cantieri dell’impianto Btu, in attesa che qualcosa si sblocchi sulla base gas, che nel corso del tempo ha preso il posto dell’iniziale piattaforma “Prezioso K”.

Tanti operai dell’indotto storico non riescono a trovare collocazione in raffineria e tutto questo incide sulla stabilità di molte famiglie. Di recente, si sono appellati agli imprenditori dell’indotto, chiedendo che nelle assunzioni si prenda in considerazione la lista di disponibilità. “E’ fondamentale mettere in campo politiche che incentivino nuovi investimenti”, hanno spiegato i responsabili della Fim Cisl regionale. La situazione complessiva, soprattutto nel polo locale, sembra comunque tutt’altro che rassicurante. “Le istituzioni siciliane devono intervenire con una strategia di politica economica che intercetti le enormi risorse del Recovery found – ha detto il segretario generale della Fim Cisl Sicilia Piero Nicastro – bisogna aprire a nuovi investitori che permettano insediamenti produttivi nelle aree industriali siciliane con imprese che guardino al futuro e creino occupazione per i lavoratori metalmeccanici”.

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