Bancarotta fraudolenta, madre e figlio condannati a 6 anni di carcere

 
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Gela. Bancarotta fraudolenta. E’ questo il campo di imputazione contestato dal tribunale ai titolari di una azienda. Il tribunale in composizione collegiale, presieduto da Paolo Fiore, ha condannato a 6 anni di carcere Salvatore Iudica, 41 anni, e la madre Ginevra Cipolla, di 61 anni.

Assolti per l’avvenuta prescrizione per gli altri reati Gaetano Iudica, Valerio Iudica, Salvatore Messina, Vincenzo Antonuccio. 

Il tribunale ha anche condannato gli imputati al pagamento delle parte civili, rappresentate dall’avvocato Salvatore Morreale per conto della curatela fallimentare con una provvisionale di 214 mila euro.

L’inchiesta della procura riguarda presunte truffe alla legge 488. L’indagine ha poi abbracciato anche una vicenda conseguenziale, ovvero la cessione di un immobile della ditta Cipolla che il titolare, Gaetano (nel frattempo deceduto) aveva venduto al nipote Salvatore e alla figlia. In tal modo, secondo l’accusa, Iudica non avrebbe consentito ai creditori di entrare in possesso dell’immobile. Non solo. Non c’era alcuna traccia del pagamento di oltre 400 milioni di lire nella contabilità. Si sarebbe dunque trattato di una cessione fittizia. Ieri la sentenza del tribunale.

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