Biviere rischia di prosciugarsi, Riserva contro Consorzio: “Sarebbe disastro ambientale”

 
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La tenuta dei livelli minimi è a forte rischio

Gela. Il Consorzio di bonifica non può riprendere ad attingere acqua dal lago Biviere. Dopo il provvedimento dello scorso anno, i responsabili della Riserva orientata hanno deciso di scrivere anche alla procura. Martedì, gli operatori del Consorzio hanno riattivato le pompe di sollevamento per attingere dal lago. Per il direttore della Riserva Emilio Giudice, l’ente sta violando il provvedimento dello scorso anno, mettendo a rischio la salvaguardia dell’intera Riserva, che da anni è una zona sotto tutela. Il timore è che il bacino naturale possa andare al di sotto dei limiti, creando “un disastro ambientale di livello internazionale”, si legge nel provvedimento emesso dalla Riserva. “Ad oggi il livello delle acque del lago è compreso tra 3,80 m s.l.m. ed i 3,75 m.s.l.m – scrive Giudice – a cui bisogna aggiungere l’evapotraspirazione che contraddistingue i prossimi quattro mesi (giugno, luglio, agosto, settembre) in assenza di eventuali piogge”. Il Consorzio non ha mai presentato un piano di gestione delle acque, limitandosi a prelevare per poi trasferire l’acqua nei campi, ma senza mai tenere in considerazione i delicati equilibri della Riserva e del lago. Anche in quest’ultimo caso, le pompe di sollevamento sono state attivate dai tecnici del Consorzio, senza dare alcuna comunicazione ai responsabili della Riserva. “L’attuale livello di 3.80 m che equivale – è riportato nel provvedimento – a 380 cm (quota attuale – 56,79 cm evapotraspirazione = cm. 323,21 che è la quota effettiva detratta l’evapotraspirazione che è al di sotto dei 350 cm 3,5 m.) di quota minima stabilita per mantenere le funzioni ecologiche del lago Biviere”. “I livelli minimi e massimi per poter attingere dal lago sono subordinati ai volumi idrici di 4milioni m3 anno di cui il consorzio di Bonifica detiene come diritto dal gestore della diga Ragoleto di cui l’ente gestore della diga è obbligato – è riportato nel provvedimento – in concessione, nei confronti del consorzio di bonifica di Gela e senza la quale non c’è nessuna compatibilità per il prelievo essendo il bacino naturale del Biviere non sufficiente a mantenere la zona Umida del Biviere che sarebbe destinata al prosciugamento e quindi ad un disastro ambientale di livello internazionale”.

Un pericolo che sembra dietro l’angolo, se il provvedimento che blocca l’approvvigionamento non venisse rispettato dal Consorzio. Ormai quattro anni fa, proprio dai responsabili del Biviere era partita la richiesta di un tavolo tecnico sulla questione. Con le dighe del territorio quasi del tutto fuori uso e la necessità di acqua, quella del lago Biviere è diventata una riserva “d’oro” e gli interessi a prelevare sono sempre più forti. Dal Biviere però fanno sapere che si sta violando la legge e non a caso, oltre che la procura, sono stati informati il Ministero dell’ambiente, il Nucleo operativo ecologico dei carabinieri, il genio civile e la stessa Raffineria di Gela, per quanto riguarda la questione Ragoleto. Con i mesi estivi che sono alle porte, il divieto di attingere acqua dal lago sembra l’unica soluzione per tutelarlo, nel totale disinteresse della politica locale.

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